22 – Agosto ‘97

agosto , 1997

Fortunatamente è morta la “nouvelle cuisine”, per cui si spera di non trovare più ristoranti che offrono branzini al forno con salsa di nutella e contorno di margherite gialle. Quella che però si sta delineando è una nuova era, non meno triste, dominata dalla cucina delle cliniche di lusso: dolci suorine e corpulenti ex-giovanottoni profetizzano l’avvento dei sapori genuini: un po’ di basilico, una fetta di melanzana con due gocce d’olio extra-vergine. E questo un segno di violenza e di ignoranza gastronomica. Si pretende di rivisitare le antiche ricette per alleggerirle, quando invece tempo sarebbe venuto di riprendere in mano la pienezza degli antichi sapori, riprodotti con attenzione filologica alla tradizione secolare. Il discorso vale per cibi e bevande, le quali sono anch’esse sempre più stereotipe e barricate. L’ospedale può essere un’occorrenza provvidenziale e necessaria, ma finché ne siamo fuori cerchiamo pure il piacere di mangiare bene, sia pure con la dovuta moderazione.
Detto questo riferiamo di un’esperienza estiva della cucina turistica di lago, nella cornice ancora suggestiva del lago di Bracciano – se appena ci si sforza di voltare le spalle a tutto quanto può accadere a dieci metri dall’acqua -. La terrazza è lambita da acque placide nella sera e le anatre nuotano quasi sotto i tavoli dello CHALET DEL LAGO di Anguillara Sabazia. La cena si avvia con gli antipasti, tutti appetitosi e con due punte alte: il delicatissimo pesce di lago marinato con melanzane e l’appetitosissimo misto di antipasti. Ottima la terrina di trota salmonata e salmone affumicato e molto originali le fette di melanzane con pesto di prezzemolo. Buono ma un po’ scontato il tonno di coniglio. Il Grechetto Rocca di Fabri ci è parso beverello, profumato di erba e mandorla. Tra i primi piatti ci sono stati serviti i tagliolini freschi con gamberoni, zucchine e fiori di zucca e le fettuccine con salsicce tartufate che sono state le punte di diamante: prelibate e saporitissime, originali e ricchissime; buoni anche i delicati ed armonici tagliolini con pesto leggero, filetti di rombo, vongole e pomodoro fresco. Unica nota negativa l’insalata di cous-cous con verdure e cozze, piatto fuori luogo geografico e gastronomico, primo slittamento verso la clinica di cui sopra.
Tra i secondi abbiamo scelto il misto di tre filetti di pesci di lago con loro salsette, cotto alla perfezione, molto saporito e con ottime salse; il pollo ruspante brasato con – una buonissima – caponata siciliana, preparato con cura, anche se; forse la materia prima lasciava un po’ a desiderare. Il Sauvignon tardo Villa Sandi `96 ci è parso equilibrato, intenso profumo di pesca; invece abbiamo trovato il Cabernet Bataapati, ungherese, non originale, un po’ rozzo e non molto equilibrato.
I dolci molto freschi e fatti in casa, erano un po’ ingenui ma saporiti (panna cotta al caffè, semifreddo ai frutti di bosco e meringhe, meringata con panna, croccanti e salsa al cioccolato caldo, torta di mousse al cioccolato bianco e nero con salsa al cioccolato caldo). Purtroppo il Verduzzo friulano vigne Poggio del Falco era caldo come il Vin santo Albergaccio dei Conti Serristori. Buone grappe (specialmente quella all’albicocca). Il conto è risultato sostenuto, in linea con l’impostazione turistica dell’azienda.