Psicanalisi contro n. 12 – Nuova psicoanalisi nuova sessualità (V parte)

settembre , 1996

1. Definire cosa sia la sessualità è difficilissimo, ancora più complicato poi è tentare di definire il piacere sessuale. Sesso e piacere sembrano due concetti estremamente semplici: sono pulsioni ed emozioni che agiscono nella vita quotidianamente, determinando scelte e comportamenti. L’arte, in tutte le sue espressioni, ha sempre descritto o fantasticato il piacere che la sessualità può dare all’uomo. Molti aforismi, barzellette, giochi di parole si sprecano sull’argomento, talvolta argutamente, talvolta con volgare oscenità. Del sesso si fa commercio, non solo nel senso stretto della prostituzione o della pornografia, ma anche più copertamente, attraverso la pubblicità che deve attrarre l’attenzione sul prodotto e lo fa spesso attraverso allusioni sessuali. Il sesso e il piacere ad esso collegato sono stati e sono un tabù per alcune categorie di persone: i bambini in particolare vengono tutt’oggi per lo più allontanati se la conversazione verte su argomenti sessuali e si proibisce loro di vedere spettacoli che ne trattano in modo troppo esplicito; in realtà ottenendo il risultato che la sessualità diventa uno tra i principali argomenti di interesse per loro come lo è per gli adulti; magari inducendo conflitti che invece di una maturazione che preluda un tranquillo approccio al sesso, e al piacere che giustamente deve esservi associato, preparano il terreno a nevrosi e perversioni coatte, causa di sofferenza e di vergogna.

Non c’è essere umano che non conosca il desiderio sessuale, più o meno intensamente, rimosso o assecondato, che agisce come una pulsione che si fa sentire continuamente permeando della sua presenza la vita di ogni giorno.

Non è questa la sede per affrontare la questione delle cosiddette perversioni sessuali- condotte distorte che possono essere in qualche caso anche espressioni patologiche. La patologia sessuale in realtà è difficile da identificare ed isolare: ogni gruppo sociale, popolo e cultura accettano determinati comportamenti sessuali e ne rifiutano altri. Sessualità normale e sessualità perversa sono difficilmente discernibili perché nel determinarne i criteri agiscono molteplici fattori.

L’inconscio istintuale manda i suoi messaggi con l’obiettivo di raggiungere alcuni risultati, collegati all’evoluzione e alla conservazione della specie; ma è l’inconscio individuale che recepisce ed elabora queste pulsioni in base alle proprie esperienze piacevoli o spiacevoli, scegliendo un comportamento sessuale piuttosto che un altro e che è legato alle modalità uniche ed irripetibili con cui ogni individuo prova il piacere sessuale.
Su tutto questo agisce poi l’inconscio sociale che invia i propri messaggi, obblighi e proibizioni, stabilendo i criteri di normalità e perversione, di bello e di brutto, codificando comportamenti, gusti ed abbigliamento, collegati più o meno direttamente alla pratica della sessualità e alla ricerca del piacere .

2. Per quel che riguarda almeno la specie umana, coito, piacere sessuale e riproduzione (gravidanza, gestazione e parto), in epoche abbastanza remote non erano forse neppure considerati così strettamente collegati. Il desiderio che faceva sì che il maschio e la femmina si accoppiassero otteneva il risultato della procreazione dopo ben nove mesi, e ciò rendeva difficile collegare tra loro i due momenti , per di più facendoli rientrare in un meccanismo di causa-effetto; non si riusciva quindi a registrare consapevolmente come indissolubilmente associati il piacere sessuale, il concepimento e la nascita della nuova vita. Mentre l’inconscio istintuale agiva nell’atto sessuale al fine di garantire il mantenimento della specie, suggerendo al maschio e alla femmina i gesti della penetrazione e del coito, l’inconscio individuale e sociale non riuscivano a collegarli al parto, costruendo quindi fantasie, illusioni, mitologie della sessualità, separatamente da quelle sulla procreazione. Copula e concepimento sono quindi da tempo relativamente breve conosciuti nella loro effettiva relazione di causa ed effetto.

Nei mammiferi non umani è stato osservato il fenomeno dell’estro della femmina che quando è pronta al concepimento manda al maschio segnali che lo invitano all’accoppiamento, che invece non è praticabile in altri momenti. Nella specie umana questo non avviene allo stesso modo: il desiderio sessuale infatti è permanente anche se la condizione non è sempre quella della fecondità. Perché la natura (o Dio) hanno voluto che così fosse? Perché il rapporto sessuale può dare comunque sempre piacere al maschio e alla femmina che lo desiderano, persino quando sono ancora in età pre-puberale o già dopo il climaterio? Dobbiamo pensare ad un errore della natura (o del buon Dio)? Del resto – dopo tutto – il rapporto sessuale non è sempre e comunque consentito: ” Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza ” dice il Poeta. In ogni caso, il dubbio non può non rimanere che per gli uomini la sessualità sia qualcosa che non può essere totalmente contenuta all’interno del meccanismo riproduttivo.
È vero però che quest’ultimo si appoggia a quella, facendone il canale privilegiato dell’istinto di conservazione e riproduzione della specie che ci spinge a far parte di questa: “bella d’erbe famiglia e d’animali”.

3. Possiamo individuare tre momenti del rapporto sessuale: il corteggiamento, i piaceri preliminari, l’orgasmo vero e proprio. Il corteggiamento non è retaggio esclusivo della specie umana: esiste nei mammiferi, negli uccelli, nei pesci, negli insetti, ed è probabile che qualcosa di simile si verifichi anche nel mondo vegetale, se è vero che l’ostentata bellezza di alcuni fiori è solo la messa in evidenza di parti destinate ad attrarre insetti impollinatori. Negli esseri umani assume rituali particolari che si differenziano nelle diverse culture. I moralisti e coloro che sono particolarmente religiosi, giudicano con una certa indulgente ironia il corteggiamento. Ci sono i tipici modi di esprimere i sentimenti di colui che corteggia e quelli di chi è corteggiato che l’arte poetica e musicale, soprattutto, hanno codificato e che la pittura e il teatro hanno rappresentato, nella nostra cultura e non solo:

“Quando si legge il disiato riso esser baciato da cotanto amante, questi che mai da me non fia diviso, la bocca mi baciò tutto tremante. Galeotto fu il libro e chi lo scrisse: quel giorno più non vi leggemmo avante.”.

I piaceri preliminari sono considerati riprovevoli dai moralisti e dai praticanti della religione cristiana, ma anche di altre:

“Sulla via della copula vi sono certe relazioni intermedie con l’oggetto sessuale, come il toccamento e la contemplazione del medesimo, che sono riconoscibili come mete sessuali provvisorie.”

(cfr. Freud, 1905, Tre saggi sulla teoria sessuale, in Opere, Boringhieri, vol. IV).

Sono i gesti più o meno ritualizzati che non solo vengono suggeriti dal desiderio sessuale, ma che anche hanno lo scopo di rafforzarlo: si va dalle carezze, ai baci e ai toccamenti fino a gesti più diretti ed intimi.

4. Ci sono due modi inaccettabili di fare l’amore con qualcuno: uno è quello narcisistico di chi non si dà all’altro, ma solo va alla ricerca del proprio piacere, senza tenere conto dei desideri del partner, tipico di chi preferisce farlo al buio o chiudendo gli occhi; con caratteristiche insomma che sono quasi di automasturbazione; oppure si caratterizza per il compiacimento tutto narcisistico della performance, o prestazione sessuale che si autocompiace del risultato ottenuto, modalità molto diffusa tra le donne anziché esclusiva dei maschi come si ritiene comunemente: in questo caso l’obiettivo del piacere condiviso è lontano e la gratificazione viene dalla sensazione di aver avuto successo nello svolgimento di un “compito”. L’altro modo perverso è quello sadomasochistico di chi umilia o si umilia usando il dolore proprio o altrui come piacere, infliggendo o facendosi infliggere la sofferenza, non rispettando il pudore, schernendo il partner o ridendo mentre quello è coinvolto nei gesti della passione.

La sessualità non perversa è rara, perché consiste nella volontà di dare all’altro il piacere come particolare forma della gioia che rende felici coloro che si amano. Finora si è parlato di sessualità senza parlare necessariamente di coppie eterosessuali oppure omosessuali, in quanto si è voluto prescindere dalla scelta del genere sessuale del partner che non condiziona i modi in cui il sesso può essere agito e, qualunque sia, permette di esprimere comunque quella comune ricerca di Eros che caratterizza il gesto vero d’amore.

5. Moralisti e teologi sono grandi avversari dell’omosessualità. Purtroppo molte delle motivazioni di condanna si basano su un presunto concetto di natura cui si opporrebbe l’amore omosessuale. Il concetto di naturalità di un comportamento in realtà non è un criterio sufficiente su cui basare l’approvazione o la condanna morale e religiosa: quanti omicidi e guerre si compiono sostenendo il principio di una presunta naturalità dei comportamenti aggressivi! La natura è un coacervo di comportamenti e di vite che si oppongono spesso le une alle altre, alla ricerca della propria sopravvivenza, in un incrocio e scambio continuo di gesti di sopraffazione e violenza, oltre che di amore e di reciproca difesa. È di questi giorni lo scalpore destato dalle nuove pratiche di procreazione assistita e lo scandalo a cui molti hanno gridato per alcune di queste modernissime tecniche considerate appunto “contro-natura”. Eppure in realtà quasi tutto quello che la moderna scienza ha messo a disposizione di chi vuole ad ogni costo un figlio lo si trova già messo in atto in “natura”: gravidanze extra- uterine, inseminazioni senza accoppiamento (pesci ed anfibi che fecondano gruppi di uova), gestazioni affidate al maschio (come il caso famoso del cavalluccio marino); al limite è un esempio di fecondazione attraverso il seme di un defunto il caso divenuto leggendario della vedova nera che uccide il maschio dopo averlo usato come portatore di seme. Tutto questo per non parlare della familiarissima gallina che cova (o meglio covava) le uova per tre settimane, con un esempio ammirevole di gestazione extra-uterina. Si vede quindi quanto i parametri legati ai concetti di natura e contro-natura siano poco adatti a basare giudizi morali.

Le pratiche più eterogenee della sessualità, come quelle della procreazione, non possono essere condannate in se stesse se il rispetto della vita e della dignità di tutte le persone in causa, esseri umani che sono tali fin dal momento del concepimento, è assoluto.

6. Cambiando per un momento prospettiva prendiamo ora in esame il momento isolato dell’orgasmo, cioè della conclusione esaltante e spesso poetica che gli esseri umani, maschi e femmine, conoscono nel culmine del piacere ricavato dal corpo dell’altro in un rapporto etero od omo-sessuale. Dopo l’esaltante vibrazione di tutto l’essere succede un grande senso di rilassamento, talvolta intriso di malinconia e persino di depressione; come nella fuga avviene dopo il momento culminante della “stretta” delle voci e degli strumenti. La sessualità che si esprime con il piacere dell’orgasmo e coi piaceri preliminari non è direttamente collegata con la funzione procreativa. Quest’ultima si appoggia sul piacere sessuale; usa questo veicolo per ottenere anche il risultato della procreazione. Ma il desiderio sessuale è prima e dopo come il piacere ad esso collegato.

“Voglio cantare il molle Eros/ pieno di ghirlande ricche di fiori,/ Eros che domina gli uomini, signore degli dèi.”

(Anacreonte, fr.28, trad. S. Quasimodo).