88 – Dicembre ‘92

dicembre , 1992

Il film Nessuno di Francesco Calogero racconta con toni drammaticamente tesi la coinvolgente storia di ordinaria follia di Nico un ragazzo come tanti altri che fin dall’ infanzia: mette in atto lo stratagemma dell’ eroe omerico per difendersi dall’aggressività dei tanti Polifemo che ciascuno incontra sul cammino della vita. Figlio di genitori separati conosce le vicissitudini della doppia famiglia, degli amanti e dei nuovi consorti con corredo di fratellastri, sorellastre, tentazioni incestuose e il tedio del collegio, dove le violenze si concentrano nell’ambito opprimente di una vita da reclusi.
Il ragazzo sembra reggere; ma ad un certo punto crolla proprio di fronte ai compagni, quando, per un privilegio ottenutogli da un insegnante, che è anche l’amante della madre, dovrebbe tenere il discorso di prolusione all’anno accademico. Il crollo è aggravato da un incidente d’auto della madre, la quale muore dopo un penoso periodo di coma, che è anche il pretesto per il regista di trovare la sua chiave narrativa, seguendo con la macchina da presa la fantasia del ragazzo avanti ed indietro nel tempo, senza però usare le banalità dell’abusatissimo ed un po’ volgare flash-back. In questo è aiutato validissimamente dalla fotografia curata da Roberto Meddi che riesce a rendere con lucidità il disorientamento di chi è continuamente sospeso tra vita e sogno. Roberto de Francesco interpreta come meglio non si potrebbe il ruolo del ragazzo che proprio nel momento in cui la vita lo sollecita con drammatica urgenza si chiude assurdamente in se stesso per non soffrire troppo. Gli altri attori sono efficacemente guidati lungo binari prestabiliti dal regista che lascia esprimere a tutto tondo i caratteri giovanili di Davide Becchini nel ruolo del compagno persecutore e di Fabrizia Sacchi in quello della ragazza contesa.
Tiene invece sotto controllo costante Lucrezia Lante Della Rovere dandole così l’occasione di un’interpretazione, fuori da tutti i cliché, nel ruolo della madre. Sergio Castellitto non riesce a liberarsi da una recitazione che ci sembra eccessivamente legata al palcoscenico, o ancor meglio alla televisione, ma la cosa sortisce un buon effetto.