81 – Marzo ‘92

marzo , 1992

Gli storici sono come il sofista platonico: non si sa bene di che cosa si interessino e non si sa neppure dove si annidino; forse è vero che si nascondono nel «non essere» poiché essendo la materia di cui parlano tutto, in realtà è un nulla. Parlano di scienza senza essere scienziati, di religione senza essere teologi, di arte senza essere critici d’arte, di usi e costumi senza essere antropologi e così via, mettono insieme una serie di date, senza essere neppure calendari. A ben pensare, tutto sommato, quanto sopra vale per qualunque tipo di speculazione teoretica: lo stesso Platone è un filosofo, un politico o un mistico? Forse è un matematico, ma la matematica che cosa è? Il discorso si proietta verso l’infinito. Arthur M. Schlesinger Jr. «docente di storia moderna a Harvard dal 1961 al 1964, è stato consigliere speciale del presidente degli Stati Uniti. Ha ricevuto per due volte il premio Pulitzer…» è considerato uno storico fra i più illustri del mondo d’oggi. Nonostante quanto abbiamo finora detto degli storici possiamo affermare che I cicli della storia americana, (Edizioni Studio Tesi 1991, pagg. 662, Lit. 60.000) è un bel libro di storia, che racconta le vicende degli Stati Uniti d’America, dalla fine del Settecento, e anche prima, ad oggi, con molto buon senso. e buon gusto. L’opera è ricca di notizie, faziosa quanto è giusto perché non sembri acritica, esalta in modo forse un po’ spinto il mito della democrazia americana. L’autore è abbastanza spiritoso da saper prendere in giro se stesso e i suoi connazionali, racconta un’America un po’ vera e un po’ inventata (ma tutti gli storici inventano la storia di cui si occupano, come già ben sapeva Erodoto). Da buon imperialista Sch1esinger ha soprattutto orrore dell’imperialismo, e, come tutti i metafisici ha paura della religione. Parla con competenza di economia, ma ignora tutto riguardo il sesso. È la sua una esposizione prolissa, la cui lettura permette però di acquisire un utile bagaglio di informazioni. Un clamoroso scandalo getta inoltre su tutto il volume il fatto che sia stato scritto prima degli avvenimenti che negli ultimi tre anni hanno sconvolto l’ordine mondiale e che hanno dimostrato inoppugnabilmente l’infondatezza di gran parte delle analisi fatte dal buono storico americano, che si dimostra così meno attendibile della Madonna di Fatima, la quale però, si sa, le informazioni le ha sicure e sempre di prima mano.