81 – Marzo ‘92

marzo , 1992

Mercoledl 19 febbraio, nella sala Mississippi dell’Alpheus, in via del Commercio 36, si è tenuto un concerto della coppia Steve Lacy (sax) e Mal Waldron (pianoforte). I due hanno presentato un jazz di ottima fattura, con grosse risonanze degli anni cinquanta, ricche di impasti e sonorità alla Charlie Mingus e una bella capacità di sensuale piacevolezza sonora. Il sax soprano ha eseguito tutti i brani del programma con estrema maestria ed il pianoforte robusto ed espressivo costruiva armonie tradizionali e bizzarre allo stesso tempo. Si è cominciato con un piacevole brano simile ad un ricercare barocco, con chiazze atonali e lunghi periodi tonalissimi; sono seguiti un pezzo di gusto provocatorio, dallo splendido fraseggio, poi una pagina forse più ovvia, ma molto sensuale, quindi un ritmo quasi sudamericano, una bella ed esasperata melodia, un successivo . brano stravinskjiano, ancora poi una disarmante pagina melodica, cui hanno fatto seguito un brano oscillante tra Chopin e Coltrane e un blues beffardo ed ironico. Il concerto si è concluso con due pezzi di carattere molto diverso l’uno dall’altro nel primo dei quali il sax si è lanciato in arditezze sostenuto dal bordone del pianoforte, nel secondo momenti di pianismo schumanniano si alternavano ad altri di gusto orientaleggiante. L’ottima esecuzione dei due ha goduto del favore di un pubblico molto attento, concentrato e silenzioso, come raramente avviene di incontrare in una session jazzistica. L’Alpheus è un centro a molte sale, variopinto e ben aerato, dove ogni sera si possono seguire diversi programmi. Il servizio del bar offre molte possibilità; noi abbiamo apprezzato la scelta di buone birre e un po’ meno l’approssimazione con cui vengono miscelati e serviti i cocktail più noti: ad esempio, il Bronx ha troppo succo d’arancia, il Rusty nail eccede nel drambuie, il Negroni, squilibratissmo nelle sue parti, non solo ostenta un’incongrua fetta di limone, ma è contaminato da un’orrenda ciliegina assolutamente fuori luogo.