79 & 80 – Gennaio & Febbraio ‘92

gennaio , 1992

Eduardo De Filippo è stato come tutti sanno, un grandissimo autore di teatro. I suoi drammi (ed è proprio giusto, secondo noi, usare questo termine romantico, che all’origine stava a designare un testo in cui si compenetravano momenti tragici ed altri schiettamente umoristici) dipingono con intensa poeticità la vita disperata, eroica ed allegra della società napoletana. Anche l’uso della lingua diviene teatrale: un napoletano gustoso, attento e sensuale. Tutti ricordano certamente anche la sua grandezza e smisurata perizia di attore. Se nei suoi testi affiora talvolta il sospetto di eccessivo moralismo e qualche smagliatura demagogica, la sua recitazione rimetteva tutto a posto rendendo ogni esibizione un’opera perfetta. Recitava anche con le sopracciglia, con le orecchie, con i silenzi. Il suo virtuosismo non diventava però mai fine a se stesso, trasformandosi sempre in splendida poesia. La Compagnia diretta da Carlo Giuffré, ha allestito in questa stagione un testo eduardiano del 1948: Le voci di dentro, in scena a Roma al Teatro Eliseo. Non è facile sintetizzarne la trama, che in realtà è poco più che un pretesto per una serie di ritratti a tutto tondo di alcuni personaggi e di un ambiente, apparentemente bonari e ridanciani, che però basta il sospetto sollevato da un sogno a rivelare in tutta la cinica durezza e bassezza morale; apparentemente queste marionette sono capaci di giungere al delitto per coprire colpe proprie anche solo presunte. Carlo Giuffré interpreta il ruolo del protagonista che con la sua confusione tra sogno e realtà è il motore di tutta la vicenda con bravura magistrale: intenso, accorato, umoristico e terribile. Se qualcuno non avesse mai visto recitare Eduardo sarebbe rimasto assolutamente estasiato; ma per chi questa esperienza l’ha avuta, la realizzazione ha il suo neo: tenta di riprodurre troppo fedelmente l’impostazione di De Filippo. Il giudizio in proposito può oscillare tra l’apprezzamento per la fedeltà e la perplessità per la mancata occasione di essere originali.
Lo stesso discorso vale anche per l’eccellente regia di Giuffré. Gli altri attori sono tutti di notevole calibro: da Mario Scarpetta a Linda Moretti, veri comprimari; fino a tutti gli altri: Teresa Del Vecchio, Aldo De Martino, Tullio Del Matto, Maria Basile, Eduardo Cuomo, Anna Maria Giannone, Claudio Veneziano, Massimiliano Esposito, Piero Pepe, Barbara Pieruccetti, Mario Carelli, fino ad Antonio Russo, Luigi Fortunato ed Emanuele Martino. Le scene e i costumi di Aldo Buti sono di un pittoresco e ironico realismo. Molto belle le musiche originali di Romolo Grano: costruite con grande sapienza sottolineano efficacemente le situazioni emotive.