77 – Novembre ‘91

novembre , 1991

La stagione di musica da camera dell’ Accademia Nazionale di Santa Cecilia si è inaugurata mercoledì 23 ottobre con un concerto tutto dedicato ad Haendel, diretto da Franco Petracchi, con l’orchestra da camera e i solisti dell’ Accademia e che ha visto la partecipazione del soprano veronese Cecilia Gasdia. Il primo brano in programma: la Sonata in sol minore per due violoncelli e archi, è una trascrizione abbastanza recente (1959) di Feuillard e Tortelier che tenta una ricostruzione filologica dell’originale barocco, sostituendo agli oboi due violoncelli: un’operazione musicalmente squallida, priva di qualunque capacità filologica. Il tutto è risultato opaco e dolciastro, con una direzione assonnata che ha coinvolto anche i due violoncelli: Alfredo Stengel e Luigi Bossoni. L’atmosfera di piattezza si è prolungata anche nella Cantata dei pensieri notturni di Filli, per soprano, violino e basso continuo, opera astuta se pure non eccelsa. Ma già alla Cantata di Agrippina condotta a morire abbiamo ritrovato le belle melodie haendeliane, tornite e sensuali, che il soprano ha interpretato con virtuosistica bravura e bella espressione e che Petracchi ha diretto con maggiore attenzione, specialmente ai coloriti. Nella cantata Delirio amoroso, per soprano e orchestra, Haendel si rivela in tutto il suo splendore, fino dall’ouverture orchestrale. Poi il discorso si articola attraverso un bel dialogo continuo tra la voce e gli strumenti, tutto pervaso di poesia e maestria. Ottima la Gasdia nei passaggi virtuosistici e anche nel canto lirico spiegato. Perfetto il primo violino Angelo Stefanato che ha contribuito anche a ridare smalto ad orchestra e direttore, riportati a nuova vita.