69 – Gennaio ‘91

gennaio , 1991

La Trattoria Monti di via San Vito 13, a un passo da piazza Vittorio, è un localino gradevole, accogliente, senza pretese.
Talvolta noi parliamo dei ristoranti dopo esserci stati spesso; tal altra, presi dall’ispirazione, riferiamo le nostre impressioni subito, alla prima esperienza. In queste occasioni certo il nostro giudizio è necessariamente affrettato, così ci è capitato di dover cambiare qualche volta opinione nelle visite successive; però ci piace buttarci un po’ allo sbaraglio, seguendo, oltre che le impressioni di quello che abbiamo gustato, anche l’istinto di scopritori.
Così raccontiamo l’esperienza di una serata gradevole, affidati alle cure di Mario Camerucci, premuroso padrone di casa.
Sebbene non ci sia da gridare al miracolo, è piuttosto raro trovare una combinazione così gradevole di buona cucina, semplice e fragrante, accompagnata da una selezione di vini limitata, ma di qualità; il tutto proposto Con intelligenza e garbo.
Per venire al dettaglio, diremo che ci sono piaciuti l’antipasto di olive ascolane, ciauscolo e carciofi fritti, la ricchissima insalata di funghi e tartufi e gli ottimi ravioli di ricotta, dalla soffice pasta e dal gustoso . ragù. Benché di sapore casalingo abbiamo apprezzato le .proposte dei secondi: polpettine al pomodoro e funghi; timballo ( ma sarebbe più appropriato dire spezzato ) di coniglio con patate, sapido e ricco di aromi; e l’abbondantissimo piatto dei bolliti misti, accompagnati da un’ottima mostarda di frutta di Cremona e da una salsa verde forse un po’ «svanita». Abbiamo accompagnato i piatti con un buon Pinot grigio di Livio Felluga e un Taurasi di Mastroberardino dal nobile bouquet. Allegramente, abbiamo concluso con una buona torta di pere e noci e un più moscio crème caramel, con l’immancabile carosello di grappe finali, di buon livello.
Il conto, non basso, varia proporzionalmente alle caratteristiche di ogni piatto: noblesse oblige.