69 – Gennaio ‘91

gennaio , 1991

Lo spazio espositivo della Sala Uno di Piazza di Porta san Giovanni 10, viene messo a disposizione per una rassegna di musica contemporanea dal 10 al 31 gennaio, dal titolo Animato 1991.
Sono sei concerti caratterizzati da una certa omogeneità stilistica, introdotti il 10 gennaio da una compagine di esecutori di talento riuniti sotto l’etichetta di Logos Ensemble (Luigi Mariozzi, clarinetto; Eugenio Becherucci, chitarra; Cristiano Becherucci, pianoforte; Paolo Capasso, violoncello) e impegnati in un programma che spaziava dal 1913 al 1990.
La serata si è aperta con la recentissima composizione di Antonio Iafigliola: Come un lunare richiamo notturno, (1990) per clarinetto, chitarra, violoncello e pianoforte; dalle sonorità evanescenti e cromatizzanti da cui sbucava un persistente frinire di grillo. Sono seguiti di Anton Webern, dall’op. 11: Sehrbewegt (1914) per violoncello e pianoforte; prima potente e aggressivo e poi culminante a piene arcate; e Drei kleine Stucke, dalle perplesse sonorità «armoniche».
Il Capriccio per Siegfried Palm (1968) di Krysztof Penderecki per violoncello solo, era sgraziato ed ovvio nelle scontate sonorità; mentre ci è sembrato un superficiale e salottiero gioco rococò il brano di Francesco Pennisi, Dal manoscritto Sloan (1988) per chitarra e pianoforte.
Dopo il volgare brontolio viscerale dell’inizio, Charisma (1971) di Yannis Xenakis, per clarinetto e violoncello, si disperdeva in un tronfio sbrodolamento di suoni.
Nella pagina di Mauro Cardi, Per il teatro di documenti (1989), per clarinetto solo, abbiamo apprezzato il «ricercare» suggestivo e con tracce di Messiaen.
È stato un momento di entusiasmo quello offertoci dai Vier Stucke (1913) per clarinetto e pianoforte dall’op.5 di Alban Berg, dove abbiamo visto sviluppare in modo magistrale un dialogo ricco di pathos e profondo tra i due strumenti. Forse un po’ estetizzante, ma di solida fattura abbiamo trovato Cane di pietra (1989) di Michele Dall’Ongaro, per chitarrra.
La serata si è conclusa con gli Appunti per un trio (1974), per clarinetto, violoncello e pianoforte, di Mauro Bortolotti: una ricerca sonora molto interessante benché con qualche difficoltà nel coagulare un proprio discorso musicale.
L’esecuzione di tutti i brani oltre che ineccepibile è stata partecipe ed espressiva. Non ci resta che rallegrarci per questa nuova prova di vitalità della musica contemporanea, sia per quanto concerne gli autori sia gli esecutori.