67 – Novembre ‘90

novembre , 1990

Con quale criterio sono stati scelti gli espositori ammessi alla mostra dei Giovani artisti a Roma, allestita al Palazzo delle Esposizioni di via Nazionale?
«La commissione non ha avuto alcun preconcetto; ha solo valutato le domande pervenute, cercando di fare una scelta omogenea per qualità e contemporaneamente esplorare le tendenze più diverse in modo da allargare il ventaglio delle proposte e fare avere al pubblico uno spaccato abbastanza fedele di quanto avviene oggi a Roma «nel segreto dei laboratori degli artisti.» Così recita lo scritto di presentazione di Enzo Bilardello a pagina otto del catalogo edito da Carte Segrete. Queste affermazioni ci hanno lasciati, a dir poco, sbalorditi. Noi non vogliamo mettere in discussione la buona fede e l’assoluta onestà di intenti di chi ha operato le scelte; ma scambiare la quasi assoluta monotona identità delle opere per «omogeneità» ci sembra una bizzarria avventata. Tutto quel cumulo di ciarpame nel quale si leggono chiaramente la povertà di idee e l’abbondanza di volgarità sembra l’opera di un solo autore: sbarre di ferro, pezzi di stoffa, specchi, pietre e legni grezzi, si presentano ossessivamente appena differenziati da un assemblaggio leggermente diversificato. Due soli sono gli elementi che sembrano discostarsi dal modulo generale; ma a ben osservare non ne sono che una variante invariabile e sono: il busto di imitazione classica esibito da Manlio Caropreso all’interno di una sua installazione dal titolo Incendio consumptum restituit e le striscie di carta igienica Senza titolo di Stefania Casagrande.
Vorremmo anche far notare una palese contraddizione nelle poche righe succitate: se la commissione «ha solo valutato le domande pervenute» come è possibile che contemporaneamente si sia fatta «una scelta omogenea»? Noi non crediamo assolutamente che il pubblico possa trarre da questa mostra «uno spaccato abbastanza fedele» del panorama artistico giovanile romano.