66 – Ottobre ‘90

ottobre , 1990

Balthasar Klossowski de Rola in arte Balthus, è un pittore francese che ha ormai ottantasette anni, il quale tra gli anni sessanta e settanta è stato direttore dell’ Accademia di Francia di Villa Medici, che oggi gli ha dedicato una grande mostra, cosa che noi riteniamo giusta e dovuta. In Italia lo si vorrebbe far passare per un grande pittore, ma Balthus non lo è. È un artista piccolo, piccolo che sa disegnare, ma non ben dipingere, il cui mondo poetico è estremamente limitato, ristretto a due gatti e due donne con le tette scoperte; il resto quasi non c’è. Un artista «vero» può descrivere il mondo attraverso un particolare solo, invece la sua è una pittura sempre scritta in lettere minuscole. Noi siamo piuttosto stanchi di leggere le note di quei critici imbelli che sostengono che un artista quando non contorce o smembra le figure è un «classico». In Balthus non c’è classicità; le sue sono povere immagini ripetute con squallida onestà, che annoiano e mortificano. L’arte vera turba e disturba oppure dà gioia. Queste esposte a Villa Medici sono tele buone per mamme che hanno un vuoto sulla parete del soggiorno da riempire. Un gatto allo specchio non è che un gatto allo specchio, se il pittore non sa dargli altri significati. Chi abbia anche solo una volta osservato l’atteggiamento di un felino davanti ad una superficie riflettente, avrà notato una quantità quasi illimitata di espressioni, metafisicamente entusiasmanti; quello di Balthus invece è solo un gatto davanti allo specchio. Secondo noi, forse, Balthus potrebbe da domani cominciare a dipingere sul serio.