65 – Settembre ‘90

settembre , 1990

Fin dai tempi della scuola si viene a conoscenza di quello che lì per lì pare un mistero della storia di Roma antica, cioè di un periodo etrusco contrassegnato da una dinastia di monarchi accomunati dal nome di Tarquini tra il 617 e il 509 a.c. Né aiutano a capire gli antichi annalisti, in fondo propensi al sensazionalismo filo-repubblicano. Ragion per cui fa un certo piacere ritrovare un senso storico e culturale di quell’epoca in una mostra come quella allestita nel Palazzo delle Esposizioni di Via Nazionale, magari con qualche tentazione di grandeur già nel titolo: La grande Roma dei Tarquini e qualche arditezza filologica di tipo teutonico nel proporre ricostruzioni come si vedono a Berlino. La cultura degli Etruschi, la cui origine ellenica sembra evidente è passata sulle rive del Tevere sia pure attraverso i molti filtri delle popolazioni indigene e straniere stabilmente residenti o di passaggio e questa mostra non si accontenta di restituircene qualche sparso frammento, ma li inserisce tutti in un contesto culturale organico. Si riesce così a ritrovare il senso di un mondo ricco seducente e pieno di fascino. I curatori si sono preoccupati anche di rintracciare i confini geografici di una civiltà che è andata oltre i confini urbani, seguendo il Tevere dal suo corso superiore alla foce, estendendosi sui Colli Albani e verso il meridione. Una civiltà per la quale il culto dei morti è stato importante, ma che non si è ridotta a questo, come testimoniano ad esempio gli studi dei materiali e dei documenti relativi al Foro Boario, centro attivissimo di scambio culturale e commerciale o i rilievi e i materiali relativi al Palatino e le aree residenziali con i plastici illustrativi delle domus aristocratiche sopra le mura e il pomerio.
Va dunque riconosciuto il merito di tanti enti, musei e studiosi che si sono uniti per restituirci una volta tanto un insieme coerente che aiuta a leggere un pezzo della storia che ci sta alle spalle cronologicamente, ma così vicino geograficamente e spiritualmente.