63 – Maggio ‘90

maggio , 1990

Venerdì quattro maggio il pianista Radu Lupu ha presentato all’Auditorium di via della Conciliazione per la stagione da camera dell’Accademia di S. Cecilia, un programma che ne avrebbe dovuto esaltare il virtuosismo; invece il suo è stato un tonfo clamoroso. Noi stimiamo Lupu e lo consideriamo un musicista di solida preparazione e di gusto ineccepibile, però quella serata è stata nella sua carriera un punto nero. Forse aveva litigato con la persona più importante della sua vita, forse più semplicemente non aveva digerito gli spaghetti, il fatto è che ha reso pessime esecuzioni sia di Bach, sia di Schumann e Liszt.
Noi non amiamo che Bach venga eseguito al pianoforte, ne sopportiamo soltanto let rascrizioni di Busoni, che però sono quasi ri-composizioni o meditazioni sul grande compositore di Lipsia.
Il pianista rumeno Radu Lupu invece, contro qualunque regola di rispetto logico e li buon gusto, ha romanticheggiato talmente il Concerto in fa minore BWV 971, nello stile italiano, che è giunto a ottenere effetti di crescendo e diminuendo perfino nei trilli, non parliamo poi di quello che è riuscito a fare nelle progressioni che ha trasformato in un delirio di scorrettezza sonora. La Kreisleriana op.16 di Robert Schumann è stata eseguita con rigida frigidità e con l’aggiunta scriteriata di note in questo o quel punto; la mano sinistra sopraffaceva la destra che, dal suo canto, non riusciva quasi mai a «cantare»; alcuni accordi poi erano talmente insulsi nella «invenzione» lupiana che avevano perso qualunque senso armonico. Nella Sonata in si minore di Franz Liszt, di ineffabile bellezza, ha iniziato con uno sconnesso farfugliamento da «delirium tremens», poi qualche melodia ha acquistato tra le dita del pianista una certa consistenza, ma verso la fine della sonata ha tirato fuori chissà da dove una serie di accordi che noi non abbiamo mai ritrovato in nessuna edizione di quel brano. Il signor Lupu malgrado tutto ha continuato ad essere eccellente nell’esecuzione dei pianissimo; forse perché non voleva farsi sentire?