56 – Ottobre ‘89

ottobre , 1989

Ripugnanza

I1 mondo della politica, soprattutto, e della stampa, pare turbato da una frase attribuita al Cardinale Vicario di Roma, che invita i cattolici a non rifuggire «da scelte chiare anche a costo di personale sacrificio o ripugnanza».
Nell’imminenza delle scadenze elettorali comunali e circoscrizionali di Roma, fissate per il 29 e 30 ottobre, e dopo le marette intercorse tra il vicariato e gli ultimi amministratori della città, era inevitabile che i più identificassero nel partito di maggioranza relativa l’oggetto politico il cui sostegno deve essere garantito dai cattolici, sia pure ad un prezzo tanto elevato!

Nessuno però ha pensato di lanciare appelli tanto urgenti a favore dei partiti cosiddetti ‘laici’, i quali pure si presentano in condizioni certamente non migliori alle imminenti consultazioni.
Ci vuole quindi oggi uno sforzo ‘ecumenico’ per convincere anche gli agnostici ad operare scelte esplicite, vincendo ogni senso di repulsione davanti all’indegnità del gioco politico nazionale e locale.

Malgrado il disgusto dei cattolici e di tutti, una scelta si impone anche questa volta e in modo ineludibile, dal momento che non scegliere in prima persona significa favorire le scelte degli altri.
Scegliere gli uomini significa però certo fare i giochi dei partiti, che sono assai meno di quanto le ventitré liste presentate facciano credere (e di questo dovrebbero rendere conto molti millantati ‘indipendenti’ o ‘apartitici’).

Ci troviamo quindi nella situazione sgradevole di doverci `sporcare le mani’ soffocando ogni rigurgito morale, oggi sempre e soltanto sospettato (quanto mai ingiustamente) di qualunquismo.

Fingiamo quindi di ignorare che chi difende l’ambiente non rispetta la vita, mentre chi dice di rispettarla la umilia nelle corsie d’ospedale, dimentichiamo che chi si batte per i diritti umani criminalizza le vittime della droga e via mistificando.

Andiamo al voto portando con noi la consapevolezza che ci pentiremo mille volte.

Purché non sia una scelta di viltà o di sopraffazione, o meglio purché queste non siano le motivazioni principali per cui abbiamo scelto.

Se il Vicario di Roma ha voluto suggerire qualcosa, l’unica cosa che gli si può rimproverare è di non essere stato sufficientemente preciso nell’indicare quali siano tra i candidati gli uomini a suo avviso capaci di « riferirsi a quei valori che tengono conto della presenza di Dio nella società e della pari dignità di ogni persona».