56 – Ottobre ‘89

ottobre , 1989

Come dice Fulco Pratesi nella introduzione al catalogo, la mostra Arte a Roma 1980-89: nuove situazioni ed emergenze, presentata col patrocinio della Regione Lazio tra il luglio e l’ottobre appena trascorsi ala Galleria Rondanini di Roma, non è stata e non ha voluto essere una mostra emblematica e riassuntiva della storia dell’are figurativa romana degli anni ottanta; ma semplicemente stata un’occasione che ha voluto «… organizzare il discorso in due direzioni. Da una parte uno sguardo verso Il passato recente, cercando di individuare le nuove situazioni emerse sulla scena romana nel corso degli anni Ottanta, dopo l’esplosione della Transavanguardia, movimento diventato internazionale prima di essere romano. Dall’altra proporre all’occhio attento del mondo artistico alcuni giovani emergenti, che trovano in questa esposizione un’importante occasione di confronto con personalità già affermate o in via di affermazione».
Se queste sono state le intenzioni, il risultato ci è parso però quanto mai deludente. Nelle molte sale abbiamo viste esposte una gran quantità di opere di autori diversissimi tra loro, assemblate senza criterio, per lo più a nostro avviso bruttissime, che diventavano ancora più squallide, così malamente affastellaste da sembrare una raccolta di vecchi oggetti in soffitta. Per questo non vogliamo entrare in merito al valore di autori ed opere; ma protestare contro questo dilagante modo di fare ammucchiate con le quali soddisfare magari obblighi politici o di mercato, ma che nuocciono al giudizio critico e sviliscono artisti che meritano di essere presi in considerazione, coi loro pregi e i loro difetti, all’interno di una visione che tenga minimamente conto di una prospettiva storica ed artistica. Questi «riassunti in una esposizione» confondono oltre tutto il pubblico più vasto che non riesce neppure più a percepire in quale direzione si muova, o dove stia stagnando, rispetto al resto del mondo, il lavoro degli artisti romani, quasi sempre gratuitamente eccessivamente osannati o vilipesi.