51 – Marzo ‘89

marzo , 1989

Maramaldi

Per ragioni forse diverse (ma non è cosa certa) non ci sono per nulla simpatici due personaggi di cui si sta occupando anche in questi giorni l’opinione pubblica; eppure fa ribollire il sangue vedere come i costruttori del consenso perbenistico e banalizzante stanno riducendo Claudio Martelli e Armando Verdiglione.
In entrambi i casi non è facile sapere veramente «come sono andate le cose», ma non c’è bisogno di saperlo per indignarsi.
Se l’onorevole abbia o non abbia il vizio di «fumare» è cosa che riguarda lui e la cerchia dei suoi rapporti; ma il gioco della politica non è mai stato un gioco pulito ed ecco che il tracotante numero due di via del Corso si trova a rivestire i panni della vittima, per lui certamente inconsueti.
Se Verdiglione sia un furfante tocca alla anemica giustizia dei tribunali stabilirlo, e l’attendibilità di questo giudizio è purtroppo così scarsa che ogni cittadino ha il diritto di preoccuparsi.
Quello che proprio non si riesce a mandare giù sono le dissertazioni sul tema: predica bene, ma razzola male, a proposito dell’onorevole Martelli, oppure sulle capacità plagiarie del «terrone» Armando.
Entrambi sono incappati in un «incidente di percorso» che costituisce intralcio alle rispettive carriere; ma nessuno che non sia in malafede può permettersi di scagliare la prima pietra, tantomeno le grandi firme del giornalismo scritto o teletrasmesso del nostro inquinato paese.
Più coerentemente è bene che la stampa continui a dibattere sui Versi Satanici e a domandarsi se abbia fatto peggio l’ayatollah a condannare a morte l’autore oppure l’Osservatore romano a sottolineare il contenuto blasfemo dell’opera: in fondo l’integralismo islamico non fa che registrare un ritardo di trecentocinquant’anni, più o meno, sull’Inquisizione! Del resto anche nel calendario c’è un ritardo più o meno analogo.
Indignarsi quindi è giusto: ma per l’opera di sciacallaggio che viene per lo più impunemente perpetrata dai mass-media, spaventosamente e vergognosamente complici di ogni Maramaldo nella sua giornata vincente.