49 – Gennaio ‘89

gennaio , 1989

Almanacchi

«Nella vita che abbiamo sperimentata e che conosciamo con certezza, tutti abbiam provato più male che bene; e se ci contentiamo ed anche desideriamo di vivere ancora, ciò non è che per l’ignoranza del futuro, e per una illusione della speranza… »
(G. Leopardi, Zibaldone)

Per i venditori di almanacchi c’è solo motivo di rallegrarsi: il nuovo anno sarà migliore di quello vecchio e ci porterà le dovute compensazioni per i torti subiti in passato.

Certo, il meccanismo di recupero è piuttosto lento: ci sono voluti duecento anni, per esempio, perché un tribunale (televisivo) composto di francesi revocasse la condanna capitale al cittadino Luigi Capeto!

Che il tempo che passa sia il miglior giustiziere debbono del resto pensarlo anche i responsabili del nostro potere giudiziario, vista la durata di un qualunque procedimento venga a svolgersi entro le aule di un tribunale italiano.

Lo scetticismo illuminista e raziocinante che a suo tempo seppe formulare principi di libertà, uguaglianza e fraternità, fu rapidamente travolto dal «terrore» e non ci volle molto perché il mondo si riabituasse a girare obbedendo alle vecchie regole del cinismo brutale e stupido.

La stupidità ha finito col diventare l’anticorpo per eccellenza e, mentre si muore di AIDS, si sopravvive però sfacciatamente alla propria viltà, immuni definitivamente dal contagio della vergogna.

Sopravvissuto alla guerra nucleare e appena segnato da quella batteriologica il venditore di almanacchi si appresta a percorrere le strade del ventunesimo secolo.

È lui il solo degno di chiamarsi uomo?