38 – Dicembre ‘87

dicembre , 1987

L’ultimo concerto di Nuova Musica Italiana 4, organizzato da RAI Radiouno, Ministero del turismo e spettacolo e dalla Cooperativa La Musica, si è tenuto nella sala A del centro RAI di via Asiago 10, giovedì 10 dicembre. Gran parte degli autori dei brani in programma era presente in sala e questo basta a dire quanto veramente si trattasse di una serata di musica viva, e noi aggiungeremmo anche giovane. Il primo brano in programma era il Concerto per archi di Guido Turchi, maturo musicista che ebbe tra i suoi maestri anche Pizzetti. La composizione in tre tempi è una costruzione molto sapiente, chiara, ma non ovvia, in cui l’autore rivela un intenso sentimento di amore-odio per il contrappunto e dove l’evidenziatissimo e sapiente pizzicato del contrabbasso acquista una caratteristica quasi concertante. Il primo tempo inizia con un dialogo dei violini e delle viole con i bassi e si sviluppa poi in bellissime melodie neo-romantiche proseguendo con momenti ora concitati ora compatti nei quali riaffiora però sempre una vena sentimentale. Il secondo tempo si articola in una successione di botte e risposte di cellule melodiche che, specialmente nei bassi, si dilatano in melodie più ampie. Il conclusivo terzo tempo, tutto intriso di idee musicali circolari, alterna nella parte centrale a un breve episodio in punta di piedi un accenno di marcia un po’ grottesca. Di Massimo Coen è seguito poi il Concerto grosso «Gennaio è primavera», per archi, un brano molto gradevole, oscillante sempre tra l’imitazione e l’ironizzazione del concerto grosso barocco. Le idee musicali molto vitali sono assai ben concatenate; soltanto ci è rimasto oscuro il significato, all’interno della logica della composizione, delle ultime misure del finale. Sillabe d’ombra, per archi, di Gianfranco Pernaiachi consiste di alcuni ovvi e ultra sentiti agglomerati sonori, separati da lunghe pause, che, messe insieme non arrivano a costruire nessuna parola. Gabriella Cecchi è una giovane spezzina che ha studiato anche con Donatoni, di cui abbiamo ascoltato Intersezioni per pianoforte. Il brano non è molto ben costruito e si muove a singhiozzo, le successioni accordali non sono organiche e i brevi accenni melodici ci sembrano un po’ risaputi. Qualche spunto interessante che pur si intravede è sommerso dallo scolasticimo, dal quale la invitiamo a liberarsi al più presto. Per pianoforte anche gli Otto Klavierstuéke, di Piera Pistono. Sebbene s’intraveda nei singoli pezzi e nell’insieme un tentativo di costruzione, sono però presenti tutte le banalità dell’atonalismo e dell’alea, in modo veramente eccessivo per una composizione di così breve respiro.
Del giovanissimo milanese Sergio Lanza abbiamo apprezzato Il ritorno di Gretchen ed altri racconti, per pianoforte; la sua è una scrittura pianistica efficace ed intelligente; il brano è affollato ma non stipato di gradevoli accordi, trilli, arpeggi e sapienti prospettive cromatiche. Con molto buon gusto il compositore fa ogni tanto brillare in questo affollarsi di spunti sonori una nota ripetuta, incastonata nel tutto, come una piccola gemma.
La Sequenza n. 2 per violoncello solo di Ruggero Lolini è una pagina musicale vuota e rinsecchita, alla quale solo la straordinaria bravura di Luigi Lanzillotta, col suo strumento ha saputo dare un senso.
Ha concluso la serata il Concerto delle divine battaglie per archi di Gaetano Giani-Luporini, compositore e pittore. All’inizio il guazzabuglio sonoro tenta disperatamente di aggrapparsi ad una nota, ma poi tutto si sfascia e affonda in una palude su cui galleggiano ronfare di contrabbasso, cigolii di porte, ronzii da sega elettrica che coprono anche le poche buone idee solistiche o d’insieme che pure ci sono. Gli archi del Gruppo Musica d’Oggi hanno dato un’ottima prestazione sotto la direzione di Fabio Maestri che ha condotto i brani a lui affidati con grande sensibilità e precisione. Il giovane pianista Marco Ciccone è sempre stato all’altezza del suo compito, sciolto, equilibrato e robusto; c’è parso capace di cogliere bene il senso della musica d’oggi.