38 – Dicembre ‘87

dicembre , 1987

Zingari

Si dice, senza troppo pensarci su, che gli italiani non sono razzisti. Ma poi ci si stupisce di vedere quartierighetto, lavoratori stranieri sotto-occupati e blocchi stradali e manifestazioni di protesta contro gli zingari. Gli zingari non piacciono come vicini di casa; e questo non è difficile da capire, anche perché dal canto loro non fanno molto per rendersi graditi. Ritorniamo al problema del razzismo, che le minoranze soffrono sempre sulla loro pelle, ma che si rivolge anche contro le maggioranze. Ogni piccola comunità discriminata dalla comunità maggiore, nutre per quella, a sua volta, razzistico disprezzo, giustificato magari dalla necessità di difendere la propria identità .
Il razzismo è stato sempre ed ovunque un grande problema: l’uomo è stato anche culturalmente rafforzato a credere nella diversità delle razze, così esplicita del resto in certi tratti somatici e nelle diverse colorazioni della pelle da rendere impossibile negarla. Cosa poi sia stato a spingere da sempre l’umanità a fare l’equazione: diverso = inferiore è problema di quasi metafisica portata.
Di fatto, il razzismo si appoggia poi a sentimenti che sono altro da sé: la difesa dei propri interessi, soprattutto economici, ma non soltanto. La politica poi induce costantemente il razzismo nell’opinione pubblica, sotto forma di odio per chi sostiene l’opinione avversa.
Non si tratta quindi di stabilire quanto fenomeni che paiono espressioni di razzismo siano effettivamente tali e non piuttosto episodi di una lotta inevitabile in ogni contesto sociale malato di conflittualità, ma di accertare quanto il razzismo sia presente, come causa o come effetto, nelle società di ogni tipo.
Gli italiani sono razzisti perché tutti gli uomini sono razzisti. Gli italiani però si sdegnano per il razzismo degli altri, e non solo per quello i cui effetti subiscono: bisogna infatti riconoscere loro il grande merito di avere effettivamente boicottato il razzismo antisemita imposto dal regime fascista. Tutto quanto si è detto sull’universalità del sentimento razzista non toglie ovviamente legittimità alla condanna di quelle situazioni di razzismo conclamato: perché evidentemente l’apartheid ha conseguenze più distruttive che la scelta del proprio vicino di casa e la discriminazione di un handicappato è peggiore dell’ironia su di un volto velato. I romani che hanno protestato contro gli insediamenti di nomadi sono razzisti; anche se la loro protesta era giustificata dalle condizioni di vita dei loro disagiati quartieri sovraffollati, nei quali è già fin troppo duro vivere e dove certamente quei campi creeranno nuovi e più gravi problemi di sopravvivenza. Questa volta è toccato agli zingari risvegliare la belva razzista che dorme dentro di noi; ma dorme mai veramente?