36 – Ottobre ‘87

ottobre , 1987

Il film di Ermanno Olmi Lunga vita alla Signora non è altro che un orribile cocktail: unite, con alcuni cubetti di ghiaccio cristallino per congelare il tutto, un po’ di scadente Fellini, un Buñuel così com’è con due spruzzi di uno slavato Dario Argento, shakerate male, versate il tutto in un bicchiere sbagliato, guarnite con una dolciastra ciliegina della Riserva Olmi realistico ed avrete pronto il bibitone capace di convincere qualunque ragazzo a non fare mai la scuola alberghiera.
Libenzio e i suoi cinque giovani amici, tra cui due ragazze, sono scaricati dal treno in una stazioncina di montagna. Un «gippone», sul cui tetto troneggia una dorata poltrona barocca, li porta al castello, che altro non è che un albergo di lusso. Qui la «Signora» (ovvero la morte) offre l’annuale banchetto a un gruppo di ospiti sceltissimi: tutti personaggi scontatamente simbolici dell’abiezione borghese. I sei giovani altro non sono che i privilegiati allievi di una scuola alberghiera che, per premio, avranno l’onore di partecipare al servizio di tavola. Il film prosegue raccontando con monotona ingenuità lo svolgersi del banchetto: la morte fa la morte, gli altri fanno niente, salvo pochi prevedibili gesti, privi di qualunque efficacia spettacolare. C’è la lotta per il potere, c’è il nipote volgare e irrispettoso, c’è la ragazza-angelo e, proprio perché le ovvietà ci siano tutte, ecco un commensale colto da malore che viene portato via tra la generale indifferenza. Di tanto in tanto nascono scene thrilling nelle segrete del castello, con porte che cigolano e sgocciolii. Assolutamente ributtante è la breve scena in cui il padre di Libenzio, arrivando direttamente dal paese dove cresce «l’albero degli zoccoli», gli ricorda la raccomandazione della nonna perché dica le «orazioni». Nella notte, il grazioso e simpatico giovanottino, fa le valigie e fugge dal castello degli orrori… il mastino lo rincorre ma solo per giocare con lui sul prato. Noi speriamo che Libenzio ce l’abbia fatta ad uscire non soltanto dal terribile castello ma anche, e per sempre, da questo stupidissimo film. A parte il regista, tutti i componenti del cast, attori e tecnici, risultano di buon livello.