35 – Agosto ‘87

agosto , 1987

Ballet Eddy Toussaint de Montreal

I l balletto di Eddy Toussaint di Montreal è presente al Teatro Romano con due programmi. le musiche del primo di essi sono particolarmente impegnative, visto che i loro autori sono Bach, Albinoni e Mozart. Mettere delle etichette ad una scuola di danza (Toussaint ha anche una sua scuola vera e propria e ci tiene ad essere riconosciuto come maestro) è sempre difficile e un po’ inutile e se definiamo la sua una danza classico-moderna lo facciamo sapendo che significa poco; allora aggiungiamo che sotto il solido impianto classico si vede una ricerca di moduli personali e l’influsso della moderna cultura della danza.
Cantates è una coreografia del 1978 e, come tutte le altre in programma è firmata dallo stesso Toussaint, cittadino canadese di origine haitiana. Sulle musiche della cantata bachiana si sviluppa un’azione dapprima corale, di un gruppo di nove danzatori, che Sylvain Labelle ha pensato di vestire con un superfluo, ampio e lunghissimo perizoma bianco. Dopo una serie di passaggi molto elaborati, arricchiti da una gestualità ingenuamente religiosa, nasce un episodio solistico danzato da Mario Thibodeau con grande temperamento, tecnica molto precisa e bel dinamismo acrobatico. La coreografia si conclude, coralmente, dopo aver mantenuto un andamento ritmico di grande precisione, attento al discorso musicale, cui i movimenti e i gesti, se pure talvolta convenzionali, facevano continuo riferimento.
One simple moment del 1979 è un passo a due di alta scuola, come merita la bravura di Anik Bissonnette e Louis Robitaille, capaci dei passaggi più delicati e aerei, ma anche di esprimere appassionata sensualità, con la fusione dei movimenti dei corpi intrecciati. Calligrafismo prezioso e sensibilità interpretativa sostengono continuamente un discorso che si sviluppa in figure spesso significative, sempre interne ad una cifra stilistica riconoscibile come linguaggio danzato. Una sentimentale e lenta musica di Albinoni costituiva la trama su cui i due hanno costruito i loro preziosi disegni.
Il Requiem di Mozart ha segnato con la sua potente e drammatica presenza lo svolgersi dell’ultima coreografia, del 1985, forse stilisticamente meno lucida delle precedenti. Il dolore e il sentimento della morte hanno ispirato a Toussaint un lungo poema drammatico, dove però spesso l’ansia espressiva prevarica il bisogno di chiarezza; così il linguaggio è più composito, gli effetti vengono anche da un’espressività più esteriore. Lo provano il grande uso delle luci e il ritmo non sempre ordinato con cui le scene si succedono, la prolissità, l’affollarsi dei quadri e delle combinazioni. Louis Robitaille e Anik Bissonnette, Denis Delude, Sophie Bissonnette e Mario Thibodeau sono stati sempre all’altezza; il resto della compagnia, invece, ci pare abbia risentito, talvolta, delle complicazioni coreografiche.
Lamentiamo ancora una volta il pessimo sistema di amplificazione del Teatro Romano, che deturpa le musiche e che in Mozart ci ha fatto particolarmente soffrire.