33 – Giugno ‘87

giugno , 1987

Presunzione

Decidere di affrontare esplicitamente una questione politica non significa necessariamente voler dare una indicazione elettorale. Questo almeno è quanto intendevo far capire tra le righe del corsivo dello scorso mese. Chi cercasse di ottenere da noi qualcosa del genere non credo abbia avuto neppure la sicurezza che noi consideriamo il voto strumento politico più o meno efficace di altri.
I partiti politici non sono né un bene né un male sociale:sono anch’essi indice di una società malata e quindi è possibile e doveroso impegnarsi per un loro risanamento. La partitocrazia, la tecnocrazia, la burocrazia sono degenerazioni di sistemi di gestione della cosa collettiva; ma la politica, la scienza e le leggi sono forme di vita ineliminabili per ogni tipo di piccola o grande società e le democrazie dirette non erano poi tanto dirette neanche nell’antica Ellade.
Sappiamo quindi molto bene che non ci si può esimere dal partecipare alla vita politica della comunità in cui viviamo; ma ciò non significa che si debba dare l’assenso incondizionato al gioco politico esistente.
Noi le condizioni della nostra partecipazione le poniamo chiaramente ogni giorno, con quanto diciamo e con quello che facciamo. Il sistema dei partiti e le altre forze politiche che nei partiti non si riconoscono hanno quindi in noi un possibile interlocutore, che vuol essere considerato per quello che è il suo significato politico originale e irrinunciabile.
In questa presunzione di originalità sta parte della forza che ci tiene insieme e della nostra capacità di intervento. Abbiamo deliberatamente lasciato le coscienze dei nostri amici nel dubbio; abbiamo voluto che fossero liberi di scegliere per chi votare e addirittura di scegliere se votare, perché siamo convinti che le esigenze di ciascuno non possano per il momento essere ridotte a nessun comune denominatore politico
La presunzione è un peccato di autoconsapevolezza che forse un giorno dovremo espiare, fino a quel giorno però insisteremo in una lotta che pensiamo giusta in difesa della nostra libertà di pensiero, nel perseguimento di una nostra autonomia scientifica e politica: contro molti, a fianco di qualcuno, confusi con nessuno. Con pochi amici e pochi onori magari, ma di quelli buoni. Se le cose cambieranno, anche per i risultati elettorali, valuteremo insieme ciò che di nuovo sarà apparso e solo quando sarà il caso – e se sarà il caso – valuteremo l’opportunità di scegliere questa o quella parte come interlocutore privilegiato, mantenendo però intatta ad ogni costo l’identità, anche politica, di Psicoanalisi Contro.