21 – Aprile ‘86

aprile , 1986

Nudo

Questo numero del giornale esce esattamente dieci anni dopo che PSICOANALISI CONTRO ha fatto la sua prima comparsa sulla scena romana, nell’aprile del 1976. Sono cambiate molte cose e le intenzioni di allora, diventando lavoro quotidiano, hanno conosciuto rettifiche e precisazioni. Il progetto rivoluzionario è facile da enunciare, più difficile da realizzare. La rivoluzione permanente nella pratica è molto meno gratificante della battaglia degli slogan. Per dieci anni PSICOANALISI CONTRO ha rinunciato a seguire la corrente: anni di piombo, riflusso, post-erotismo sono state anche etichette che hanno reso commerciabili alcuni prodotti della recente storia umana. Tentare di sottrarsi al monopolio di questa manipolazione dell’opinione ha significato rischiare molto ed è costato moltissimo. Il risultato ottenuto ha però qualche pregio, primo fra tutti quello della conquistata identità. Paradossalmente, questa identità si esprime al meglio quando in un mondo saturo di definizioni si sente ripetere la domanda: Contro cosa? In modo che anche questo nome dalla sonorità un po’ passata di moda, rimane presenza inquietante, dichiarazione di un impegno che vuole essere senza tregua. Si può non dare tregua agli altri solo se non si da tregua a se stessi, questo è uno degli insegnamenti che gli uomini e le donne di PSICOANALISI CONTRO hanno imparato dal loro Maestro. Infatti Sandro Gindro non dà tregua a nessuno! Non a chi chiede rispettabilità e vorrebbe, dignitosamente e discretamente, trovare un ritmo professionale, negli schemi di una tecnica e sotto lo scudo di una metapsicologia: non c’è tregua per questi sportellisti della psicoanalisi, ansiosi di chiudere lo sportello per ritemprarsi in bagni di normalità dopolavoristica. Né hanno pace quei furenti dell’erotismo, che sperano di esaurire nel gioco della reciproca seduzione il dovere da compiere per meritare i gradi. Da dieci anni il Maestro disorienta i suoi discepoli, preparando loro una provocazione al giorno, senza neppure che sia diventata abitudine la provocazione, perché arriva sempre a colpire là dove il pudore si è appena arroccato. La fatica di ritrovarsi a ogni giorno nudi è pesante, ma lo sarebbe un po’ meno se ad essa non si aggiungesse quella di dover affrontare anche l’imbarazzo della Sua nudità. Sarebbe molto più facile il lavoro di ogni giorno, con un Maestro che si lasciasse rivestire di un qualche abito che la consuetudine sa riconoscere: il filosofo, il satiro o il duce; o magari uno dei tanti Maestri che, ciechi alle meschinità del presente, vedono quello che è celato agli uomini comuni. Un uomo nudo mostra pregi e difetti: è più facile amarlo ed è difficilissimo attaccarlo. Un uomo nudo fa provare a chi è coperto imbarazzo per i propri abiti e per cosa si può nascondere sotto di essi. Un uomo nudo è solo un uomo: può essere maschio o può non esserlo. Se lo è, non può nasconderlo. Si deve così accettare che dieci anni di lavoro collettivo si sono costruiti intorno a lui: Sandro Gindro, maschio nudo.