18 – Dicembre ‘85

dicembre , 1985

Abbiamo già detto che consideriamo Pasolini incapace di scrivere per il teatro, ma capacissimo di coinvolgere ed entusiasmare lo spettatore con il suo cinema, senza annoiare mai. Si può considerare quindi una felice occasione questa che viene offerta al Cinema Rialto di rivedere, o vedere raccolta, tutta l’Opera cinematografica di P.P. Pasolini, sceneggiatore e regista. Noi abbiamo rivisto alcuni di questi film e ricordiamo molto bene gli altri; di tutti abbiamo apprezzato l’andamento. I momenti statici e quelli dinamici si alternano, sempre con ritmo; alle cadenze virtuosistiche di un’immagine, assaporata quasi ossessivamente, succedono movimenti di massa. Oggetti e persone vengono proposti, usando, visivamente, tutte le tecniche del contrappunto musicale. Abilissimo il regista si rivela poi nell’uso di quell’effetto che musicalmente si chiama «imitazione»: il dipanarsi cioè di un elemento – in questo caso un gesto – che viene poi ripreso da altri, quasi identico o con variazioni minime, nello spazio e nel tempo. Anche il commento musicale vero e proprio di ogni opera cinematografica è estremamente curato. Non sappiamo quanta libertà Pasolini lasciasse a chi, con lui, si occupava delle musiche; ma la musica è sempre presente, dosata con la stessa precisione di parole e immagini. Anche i silenzi hanno grande importanza e sono scelti con misurata meticolosità.

È senz’altro buona l’idea di portare le scolaresche al cinema, anche se limita l’orario delle proiezioni alle dieci del mattino; ma concede ai privilegiati di assistere al piccolo prodigio di giovani schiamazzanti, che tacciono e si commuovono, parallelamente al dipanarsi delle immagini sullo schermo.

Concludendo vorremmo osservare come Pasolini, con un mezzo di comunicazione rivolto a grandi masse, sia stato capace di scuotere le coscienze e abbia contribuito a modificare un costume sessuale e morale stagnante.