10 – Febbraio ‘85

febbraio , 1985

Lo spettatore non frigido e con una buona conoscenza della storia della musica dal punto di vista dell’esecuzione è veramente andato alle stelle la sera del venerdì 14 dicembre all’auditorium di V. della Conciliazione, dove, per la stagione da camera di S. Cecilia, Lorin Maazel ha diretto The Chamber Orchestra of Europe, esibendosi anche come violinista. La musica insieme si fa così: con piacere, con voglia e con buon gusto. I Concerti delle Quattro Stagioni da «Il Cimento del l’Armonia e dell’Inventione» del 1725 sono stati eseguiti alla perfezione musicalmente, storicamente e spettacolarmente.

Niente dell’impettita e rigida precisione di troppe esecuzioni contemporanee e, daltra parte, nessuna sbrodolatezza o sdolcinatura romanticheggiante; il fraseggio era preciso ora dolce, ora pungente, i forti e i piano si alternavano senza echi e languori. La musica era quasi presa d’assalto, e noi pensiamo che Vivaldi suonasse proprio così le sue Quattro Stagioni, così come ha fatto Maazel. Riconosciamo, ma non ci ha disturbato, c’era qualche piccola imprecisione anche di intonazione.

Certo il Guadagnini del 1783 avrebbe potuto tuonare di più; ma a che pro? Ottima poi, nella sua sottile malinconia, l’interpretazione della “Pavane pour une infante défunte”, di M. Ravel struggente e mai dolciastra. Stupenda l’interpretazione della Sinfonia n. 8 in fa maggiore di L. van Beethoven. Una sinfonia che non pretende un grande organico orchestrale, ricca di idee, talora sapida, talora profondissima. Qui l’esecuzione dell’orchestra è stata ineccepibile; mai una slabbratura, mai un’imprecisione, e sì che Maazel ha osato molto: pause tenute un istante più di quanto sia tradizione tenerle, capriole disinvolte; ma chi capisce bene la musica può avvicinarsi a un grande come Beethoven con umiltà anche un po’ sbarazzina. Il pubblico era talmente coinvolto che abbiamo avuto tutti, quella sera, l’impressione di aver fatto «musica insieme».