08 – Novembre & Dicembre ‘84

novembre , 1984

Se il Sindaco impazzisce

Renzo Rossi

Dalla legge n. 180 del 13 maggio 1978 “Gli accertamenti e i trattamenti sanitari obbligatori sono disposti con provvedimento del Sindaco, nella sua qualità di autorità sanitaria locale ….”
(art. 1)

“Il provvedimento (…) con il quale il Sindaco dispone il trattamento sanitario obbligatorio (…) deve essere notificato, entro quarantotto ore dal ricovero, tramite messo comunale, al giudice tutelare (…). Il giudice tutelare (…) assunte le informazioni e disposti gli eventuali accertamenti, provvede con decreto motivato a convalidare o non convalidare il provvedimento e ne dà comunicazione al Sindaco (…). Nei casi in cui il trattamento sanitario obbligatorio debba protrarsi oltre il settimo giorno, (…), il sanitario responsabile del servizio psichiatrico (…) è tenuto a formulare, in tempo utile, una proposta motivata al Sindaco che ha disposto il ricovero, il quale ne dà comunicazione al giudice tutelare…”
(art. 3)

“Chiunque può rivolgere al Sindaco richiesta di revoca o di modifica del provvedimento con il quale è stato disposto o prolungato il trattamento sanitario obbligatorio”
(art. 4)

“Entro il termine di trenta giorni (…) il Sindaco può proporre ricorso avverso la mancata convalida del provvedimento convalidato dal giudice tutelare”.
(art. 5)

“Le norme di cui alla presente legge si applicano anche agli infermi ricoverati negli ospedali psichiatrici al momento di entrata in vigore della legge stessa. Il primario (…) comunica al Sindaco (…) i nominativi dei degenti per i quali ritiene necessario il proseguimento del trattamento sanitario obbligatorio….”
(art. 8)

Egregio signor Sindaco, vengo con la presente ad esprimere, la tumultuosa tempesta di sentimenti che suscita in me il fatto di vederLa così investita di ruoli essenziali, come risulta da più articoli di una legge che La vede preposta alla tutela della pubblica psichica salute. Sono certo che Ella può contare sulla fattiva collaborazione di messi comunali, sanitari responsabili e giudici tutelari e che non Le verrà mai meno la fiducia nella inevitabilità di ogni da Lei predisposto trattamento sanitario obbligatorio, come pure credo che il Suo orecchio saprà ascoltare la voce di chiunque con fondatezza Le rivolgerà richiesta di revoca o di modifica di un provvedimento non sufficientemente (da chi?) motivato. Ma mentre Le esprimo la mia alta considerazione per l’impegno con cui Ella si propone di far fronte a così onerosi doveri, Le faccio i voti più fervidi perché la sua Mente non debba mai smarrire gli itinerari limpidi della ragione, né conoscere le buie deviazioni della follia. Nel malaugurato caso ciò dovesse comunque accadere Lei ed io ci troveremmo forse travolti dalle conseguenze di un vuoto di potere che potrebbe avere su entrambi – e su chissà quanti altri – conseguenze incalcolabili!
La legge 180, Signor Sindaco, è fatta ad immagine e somiglianza di quello che noi siamo: poveri frutti di un’erba voglio che non cresce neppure nel giardino del Sindaco.