07 – Ottobre ‘84

ottobre , 1984

L’estate della ragione

Ancora una volta il rituale dell’estate si è ripetuto, e si è ripetuta la funzione rassicurante di una letteratura d’evasione, che pretendendo di analizzare i tratti del costume, ha cercato di fissare un’immagine di società assestata nel godimento di quel poco o tanto benessere concesso e, talora, conquistato.
Dell’estate ha anche approfittato l’ideologia della riconciliazione. L’emergenza pare essere rimasta relegata al ruolo di uno strumento del potere, che di questo concetto si avvale a perpetuare un’oppressione che non avrebbe altra giustificazione per continuare ad esistere.
Al contrario, oggi, come mai forse prima d’ora, viviamo una situazione di grave emergenza. Emergenza economica, senz’altro, perché l’incoraggiamento al consumismo non basta certo a coprire la sostanziale mancanza di risorse sociali e le politiche dell’effimero estivo sottolineano soltanto l’inesistenza di durevoli strutture. Emergenza spirituale, perché premi, feste e festival fanno del dibattito e dello scandalo la loro ragion d’essere. Così che ci si trova frastornati dal bombardamento di informazioni e di rivelazioni intorno a cose di cui si ignora addirittura l’essenza.
Chi sapeva di Modigliani scultore e si poneva i problemi sulla legittimità di alcuni modi di fare la critica dell’arte, prima che uscissero dal fango di Livorno? Chi fa ancora ore di attesa per vedere i bronzi di Riace? Evtuscenko e Grass sono forse nati sotto un cavolo al Lido di Venezia? Montecaprino è un lager per omosessuali? I bambini muoiono solo per overdose e sono sfruttati soltanto dai racket della prostituzione? La piovra è un mostro marino relegato tra Scilla e Cariddi? La signora Buonoconto è una supporter di Giuliano Naria? Il pangermanesimo significa altro che una gaffe del ministro degli esteri?
Anno dopo anno si vedono immagini, schemi, frasi fatte, sintetizzare e vanificare il significato di intere generazioni di lavoro e di lotte. La corporazione degli “Informatori totali” annulla le prospettive: si porta tutto a conoscenza di tutti, purché nessuno si domandi più nulla. Le risposte precedono ogni possibilità di interrogare e di interrogarsi.
Restano pochi mesi di tempo, ogni anno, per combattere contro il tentativo di ridurre la realtà alla notizia, la cultura al voyeurismo, la lotta al dibattito. Perché dietro l’angolo è in agguato l’estate della ragione.