2 – Aprile ‘84

aprile , 1984

Quando a creare l’avvenimento concorre l’incontro di più persone in gamba, il risultato può essere splendido. All’Eliseo si sono incontrati, nella messa in scena di Monsieur Ornifle di Jean Anouilh, un autore geniale, spiritoso ed estroso, un registra abilissimo ed un attore straordinario. Alberto Lionello, nei panni del protagonista, un pirotecnico ex poeta serio, ora autore di versi per canzoni da cabaret, fa vivere una storia in cui acute osservazioni sull’arte, sulla psiche delle persone, sul mondo e su Dio trascinano gli spettatori a seguire attenti gli sviluppi di una vicenda esile nel pretesto e ricca nella sostanza. Tutti gli altri interpreti sono al loro posto, precisi a cogliere i suggerimenti del magistrale regista. La musica di Arturo Annecchino, importantissima, sottolinea con le sue parafrasi e le sue capriole, sempre intelligenti e vivaci, il ritmo delle scene. Quando è così fa piacere andare a teatro.

Magari a sproposito, ma stavolta vorremmo parlare del pubblico che abbiamo incontrato al Puff di via Zanazzo, quando siamo andati a vedere Lando Fiorini e i suoi nello spettacolo-celebrazione del XV anniversario, intitolato Er mejo der più. Siamo rimasti agghiacciati: una gradevole saletta super-affollata di imbecilli. Signore e signori, ora grassi ora smunti; ma tutti brutti, sghignazzavano soltanto alle parolacce (troppe) e alle battute sulla Roma (troppo sentite). Il più tragico qualunquismo trasudava dai loro occhi ottusi e dalle loro labbra ebeti.
È vero, purtroppo, che i testi di Amendola e Corbucci esprimevano una filosofia e una ideologia banali e volgarotti; ma alcuni espedienti teatrali e alcune situazioni sceniche erano ottime, alcune stralunatezze erano accattivanti e tutte erano però sprecate. Il pubblico vorace voleva saziarsi solo di cumuli di parolacce. Sulla scena sei maestri dello spettacolo: quattro attori e due musicisti, sviliti dal loro successo. Che senso ha tutto ciò?