1 – Marzo ‘84

marzo , 1984

Gioacchino Rossini è un genio del teatro, oltre che un genio della musica.
La sua «Cenerentola», messa in cena al Teatro dell’Opera di Roma, diverte, affascina e, talvolta, commuove. Non è una fiaba: Cenerentola è un personaggio cui la musica dona sfaccettature di carattere ampie e minuziose. Fin da quando all’inizio canta: «Una volta c’era un re…» si capisce che è un personaggio che va ben oltre i limiti del genere dell’opera buffa. Non è vero neppure che gli altri personaggi siano convenzionali: qui la musica sostituisce completamente il libretto e, allora, altro che convenzionalità! I concertati sono ampi e articolati; oppure brevi nel disegnare piccoli quadretti, in cui le melodie, con pochi guizzi, si intrecciano a creare effetti stupefacenti.
Il direttore, Gabriele Ferro, non si è mai slabbrato nello stiracchiare la partitura alla ricerca di mollezze fiabesche che non esistono in quest’opera rossiniana. L’interpretazione di Lucia Valentini Terrai era magistrale, anche dal punto di vista della presenza scenica. Cenerentola esibiva un ottimo fraseggio, con intonazione precisa, non sporcata da glissati fuori stile. Pure gli altri cantanti hanno saputo esprimere una vocalità intelligente e professionalmente più che corretta. Regia, scene e costumi hanno reso uno spettacolo vivace e colorito sul bianconero del fondo.