1 – Marzo ‘84

marzo , 1984

Alla galleria Pinacoteca di Piazza di Spagna n. 9 abbiamo visto le «Sanguigne di Pietro Annigoni». Annigoni è un pittore considerato tradizionalista e addirittura un po’ reazionario, sia per la sua tecnica, buona, ma un po’ fuori del tempo; sia per essere stato ritrattista di alcuni grandi contemporanei. Ritratti, quelli di questi personaggi, che permettono una considerazione su come i potenti di oggi siano più tirannici e ottusi dei tiranni di un tempo, forse solo perché sono più ignoranti. Nei ritratti di papi e di regnanti del Seicento, sui troni e sotto gli ermellini, si vedono persone che il pittore ha raffigurato con tutta la loro perfidia, astuzia, fatiscenza e cattiveria, oltreché potenza. La banalità dei mass-media e il bisogno di vendere hanno costretto anche Annigoni a fare concessioni al gusto del rotocalco. Ma in questa mostra, libero da ufficialità, questo «pittore della realtà» riesce ad emozionare e ad inquietare. Non sono grandi cose; ma sono ritratti forti, il loro realismo non è solo illustrativo e sono psicologicamente acuti.

Espressione della banalità di una psicologia d’accatto sono invece i tentativi esposti alla Gradiva, in via della Fontanella 5, da Ennio Calabria. I pretenziosi dipinti di Calabria non arrivano a trovare né unità stilistica, né unità poetica. Visti con diverse ottiche, naturali e fotografiche, gesti e oggetti, retorici e volgari, prendono forma attraverso una somma di stili e una gran ricchezza di colori genericamente piacevoli e sciocchi.