01 – Marzo ‘84

marzo , 1984

Lettere provinciali

La periferia culturale è stata, per anni, considerata una delle più infelici situazioni del pensiero produttivo. Dei modi possibili di superare il limiti del provincialismo, uno, soprattutto, ha prevalso e prevale: la soggezione ai modelli “internazionali”.
La sudditanza delle province ad alcune capitali dell’intelletto è stata sancita da sempre: Alessandria e New York sono due punti sufficientemente distanti fra di loro, nel tempo e nello spazio, che depongono per la validità di questa ipotesi.
Non casualmente, infatti, si verifica da sempre, che coincidano i luoghi dell’imperialismo culturale con quelli dell’imperialismo economico. Sembra che pensi di più chi ha più soldi.
Tutto quello che non viene espresso dalle egemonie culturali è stato bollato di provincialismo.
In provincia, le lettere e le arti possono rivendicare per sé un culto autoctono, subito contraddistinto come folclore; ciò avviene a livelli più o meno ampi e profondi, si va dalla negritudine di Franz Fanon al recupero della cultura occitanica.
Come reazione a questa ghettizzazione, si è venuto anche a formare un urgente bisogno di universalismo.
Con il non stupefacente risultato che il provincialismo è più opprimente proprio dove l’esigenza universalistica viene trasmessa e percepita nel modo linguisticamente e concettualmente appiattito dei media a più grande diffusione.
Dopo lo squallore e i dubbi risultati delle esperienze autartiche, siamo ora alle prese con l’approssimazione generalizzata dei rotocalchi che continuano a proporre al lettore medio-borghese della Brianza il modello culturale ed antropologico della Virginia.
Il meccanico di Rivalta è dettagliatamente informato sui fenomeni di degenerazione sociale che provoca il mancato inserimento dei portoricani nel Bronx, e sua moglie conosce vita pubblica e privata della top-cover-girl di Bazar.
Lo stesso avviene se si scende al fotoromanzo o se si sale all’attualità scientifica: il bisogno di sprovincializzarsi si realizza, quasi esclusivamente, col cercare di conoscere, poco e male, qualcosa di ciò che avviene il più possibile lontano da noi.

Psicoanalisi, cultura e arte possono, però, anche essere realtà originali, facilmente raggiungibili. Realtà che possono essere approfondite attraverso l’impegno e lo stretto contatto con le realtà cui si riferiscono.
La capacità di sottrarsi all’egemonia del grande mezzo di comunicazione, può dipendere molto dalla qualità del modello alternativo.

Quelli che scrivono e coloro che leggono questo tipo di “letteratura diversa” debbono anche essere consapevoli della frustrazione che, con altri elementi, sta all’origine della scelta, per evitare che l’invidia giochi il ruolo determinante e crei così altro provincialismo.