0 – Febbraio ‘84

febbraio , 1984

Danza, o Musa, per me che non so cantare. È stato un caso, lo giuro. Danza ti pregopurificami dal buon senso. È stato un caso: ascoltare la sinfonia in re minore di Franck ed insieme leggere « Freùd e l’anima dell’uomo» di Bruno Bettelheim (Feltrinelli). Rapito da una melodia struggente e sensuale, disperata nello sforzo di definire il classico, mi son ritrovato avvinghiato da un uomo nato dalla terra. Trasformata con subdola ambiguità la storia di Eros e Psiche nella squallida relazione di una coppietta eterosessuale, il buon americano «assimilato» al viennese snocciola la più deprimente pappa del cuore. E non capisci se è ingenuo o furbo, probabilmente è soltanto un honnete homme. E chi è l’uomo onesto e di buon senso, il nuovo umanista? Il buon psicoanalista. Tu, Musa, taci: gli eroi hanno lasciato i furori. L’uomo e la sua anima, ecco la grande scoperta: l’uomo neutro, né maschio né femmina: la rinascita dell’uomo e della sua anima è la morte del corpo e il trionfo del potere. Almeno il buon Ciriaco d’Ancona li voleva resuscitare, quei sacri morti. Umanista rinascimentale il Bruno americano riprende la filologia ed attacca le scienze esatte. La storia si ripete; fosse almeno Petrarca! Voi che ascoltate delle sparse banalità il suono, voi ribellatevi a questa psicoanalisi fondata sul potere e sui cadaveri. Divino Platone canta alla mia anima, canta ancora il tuo Eros.