Quando parlo con una persona della sua storia, prima o poi, saltano fuori il padre e la madre.
Se questa persona ha letto molti libri, padre e madre, spesso, si affacciano con un po’ di imbarazzo. Ecco il complesso di Edipo.
A nessuno va di essere consueto. Ognuno ha paura di essere troppo fuori della norma; ma la banalità è una caratteristica insopportabile: rischia di farci perdere il nostro volto e di non farci riconoscere più.
Un padre e una madre: un uomo e una donna.
Occhi, mani, parole affettuose, parole cattive.
Viene in mente una camera.
Forse ho visto i genitali di mio padre.
Quell’altra volta mia madre, forse, era nuda.
Ero già grande e ancora, dalla mia stanza, tendevo l’orecchio per sentire se i miei facevano l’amore.
I padri sono stupidi ora e pensare che prima erano intelligentissimi.
I padri sono forti e sono deboli.
Le madri erano belle; poi sono diventate brutte.
Le madri erano buone; poi sono diventate cattive.
Le madri e i padri hanno una faccia che cambia.
Ma cosa c’è prima delle madri e dei padri?
Qualcuno ha visto i corpi nudi del padre e della madre.
Genitori liberali hanno lasciato socchiuse le porte delle loro camere da letto.
La nudità dei genitori non ha reso i figli più felici, e nemmeno più infelici.
Io so che la paura del corpo è una delle paure più terribili.
Chi c’è prima del corpo del padre e della madre?
Quando parlo con uno che i libri non li ha letti e che viene da molto lontano, vedo il padre e la madre avanzare con meno imbarazzo.
Il padre ha tutti i suoi volti.
Anche la madre ha tutti i suoi volti. Una camera, un letto, i rumori nella notte: l’odio e l’amore.
« Credevo che mio padre facesse male a mia madre.
Lui non mi ha mai parlato, o meglio: non ci siamo mai parlati.
Con mia madre ho parlato di più, un poco di più…
… però mai di sesso… credo che non le sia mai piaciuto…
… fare l’amore… forse i miei… … non si sono mai amati ».
Il padre e la madre hanno i loro gesti, come in un rito, una danza. Cosa c’è prima del padre e della madre?