Albino Zero

Albino Zero

Atto unico
Personaggi: il ragazzo e la sua voce

La scena rappresenta l’angolo di una stanza da letto: vi è un letto con a fianco un tavolino con sopra un telefono e una agenda; ai piedi del letto una sedia.
Entra un ragazzo vestito in modo elegante ma non formale. Si avvicina al letto e vi si siede.)

Voce: (Le battute della voce saranno sempre accompagnate dal suono di un organo) Le navi di Enea, sul mare ormai tornato tranquillo dopo l’uragano, navigavano lentamente. Nel cielo scuro, cumuli di stelle, luna sull’altra alla rinfusa. I superstiti di Troia distrutta riposavano. Una nave, davanti a tutte, procedeva cauta e solenne. Al timone era Palinuro, saldamente aggrappato alla barra: i muscoli tesi e la pelle umida di acqua salata. Nell’ombra, il grande figlio di Anchise ed Afrodite sognava, le sue avventure e la sua gloria. Dormiva sereno perché sapeva che la nave era condotta dall’amico Palinuro

Musica I

Ragazzo: (stiracchiandosi e sbadigliando) Che stanchezza! Meno male che domani è festa!

(Si china e si leva le scarpe, poi si alza in piedi e comincia a spogliarsi buttando gli abiti con poca cura, sulla sedia. Da qualche tasca esce un foglio bianco che cade a terra. Ormai seminudo il ragazzo si china e raccoglie il foglio: lo osserva) Che è questo…
(Si risiede sul letto, leggendo il foglio) Carlo quarantacinque, Fabrizio diciotto, Eleonora ventuno, Mimma trenta, Francesco trentuno,(Accelerando la lettura) Maria ventidue, Ida venticinque, Sandro ventotto, (pausa) … Albino zero (Lunghissima pausa) … Albino zero.

Voce: La lotta degli dei era senza tregua. E il mare era calmo: lucido e nero. Lontano o vicino, chissà dove, fluttuando nell’aria bruna della notte gli dei ordivano trame a favore o contro il grande Enea, nella mente del quale si veniva formando uno strano sogno: tra la nebbia, un fiume, tortuoso e dorato. Sulle sue rive si distendeva una città, immensa, scintillante e terribile, come un enorme drago. Come è misteriosa quella città, o figlio di Anchise e di Afrodite! Il tuo sogno è protetto dal robusto Palinuro che, saldamente, regge Il timone.

Musica II

Ragazzo: il punteggio del gioco…. Che gioco stupido… lo ha proposto Fabrizio, non ha nemmeno vinto, ha vinto Carlo…. quarantacinque. Però era un gioco proprio stupido e le feste sono ancora più stupide.
Si dice sempre così, e poi si viene a sapere che gli amici si incontrano e non ti invitano: ti incazzi… Almeno, io mi incazzo.
Bah, la festa di stasera è stata come tutte, nemmeno più stupida, era così… una festa.
Forse ho bevuto un po’ troppo. A me piace il Whisky che, però, penso mi faccia male al fegato.
(Si guarda le cosce nude) Chissà se sono un bel ragazzo.. un bel ragazzo, che cosa vuol dire un bel ragazzo… la testa mi gira un po’. La testa mi gira e io sono tornato a casa nella mia stanza… (Si distende sul letto, parla in modo un po’ strascicato, con pause).
In macchina eravamo pigiati. Devo aver cercato di toccare Maria.. in macchina: Maria è cretina. Dalla scollatura si vedeva il seno. A me piace di più il seno della fica… La fica mi fa paura. Mi fa paura. E’ così umida… dicono che finisca nell’utero. Il mio cazzo.. No, nell’utero non c’è il mio cazzo…. Ma c’è stato…
(Ride) Anch’io sono cretino come Maria…. Un cretinissimo una cretinissima.
(Ride) Aveva un buon profumo…
Albino zero…. Mi gira un po’ la testa e forse mi fa male il fegato.
Però Albino è proprio uno stronzo, ti guarda con quegli occhi… neanche un punto: zero.
(Lunga pausa) Quando lo interrogavano a scuola, guardava: la bocca aperta e gli occhi rotondi. Albino ha ì pollici molto lunghi.
(Toccandosi il torace e gli addominali) sono un bel ragazzo vaffanculo …..
Ho messo la lingua in bocca ad Eleonora, mi sono accorto che Albino mi guardava.
Certo che bisogna essere proprio coglioni per essere come Albino… Zero anche in un gioco così stupido.
L’ho premuta contro il muro, chissà se ha sentito che ce l’avevo dritto.. Dritto e seduto. Oppure sdraiato come sono io adesso. E Albino mi guardava.
(Si rimette a sedere) Come mi gira la testa.
Albino mi guardava: forse sono un po’ esibizionista. Ieri sera me lo ha detto anche lo psicologo con barba ed orecchie a sventola…. Anche gli psicologi sono stupidi… e tutti a dirgli: facci un test, facci un test. Il test dei testicoli.
(Ride) Chissà se gli psicologi sono stupidi perché fanno i test o fanno i test perché sono stupidi… E quello si dava tante arie…
Facci un test, facci un test. I test sono delle domande: “Vi piacerebbe tirare fuori il pisello in mezzo ad una piazza affollata? Vi piacerebbe esporre il culo nudo alla finestra?” Responso: se avete risposto di sì a tutte due le domande siete esibizionisti.
(Ride) … A me piacerebbe mettere il culo nudo alla finestra… è estate, l’aria è tiepida e… Albino … zero.

Voce: Nell’aria serena della notte s’udì un fruscio come di ali. Poi dall’ombra emerse una figura: Forbante. Palinuro stupito, sull’alta poppa, guardò l’amico avanzare. Ma non era l’amico, Forbante. Era il dio del sonno che si avvicinava per ingannare. “Che bella notte” disse il Sonno, simile a Forbante. “Che bella notte, o Palinuro. Non sei stanco?” Palinuro sorridendo rispose “Tengo stretto il timone, questa calma non mi rassicura, ci sono troppe stelle e c’è qualcosa di inquietante che striscia sul mare” “Non preoccuparti” disse il Sonno “Riposa un poco, lascia a me il timone, che ti sono amico, tutti dormono, perché soltanto tu devi vegliare?” Nell”animo di Palinuro si unsinuò la rabbia. Rabbia ed invvidia per il grande Enea che dormiva sicuro. “lo non ho sonno” rispose Palinuro; ma già le membra divenivano pesanti. Palinuro pensò: “Non debbo dormire, sento un inganno. Se io dormo forse Enea… ” “Non mi fido del mare questa notte” disse ad alta voce: ma voleva fidarsi, si avvicinò al timone. Ma voleva fidarsi, sciocco Palinuro. Il falso amico alzò una mano, dalle dita divine rugiada leggerissima cadde sugli occhi di Palinuro. Palinuro lentamente chiuse gli occhi stringendo a sé la barra.

Musica III

Ragazzo: Albino non ha voluto bere; solo un poco. Diceva: “Non ho sete”. Però quando è rimasto solo, di là, si è scolato un bicchiere così di whisky.
lo l’ho visto. Lui se n’è accorto ed è diventato rosso.
Credo che il whisky gli faccia schifo. Quando fa quella faccia è proprio antipatico; era antipatico a tutti a scuola.
E quando gli davi un calcio, giocando a pallone, ti guardava così. Come: così?

Così, con gli occhi rotondi e la bocca un po” aperta.
Quando siamo tutti al cinema si mette in fondo alla fila e quando usciamo e gli chiediamo. “Ti è piaciuto?” Lui risponde sempre: “Sì”, ma soltanto: “sì”.
Noi ridiamo e lui sta zitto… sta zitto…
Albino è avaro, cerca sempre di non pagare..
‘Ho dimenticato il portafogli in macchina… non ho da cambiare…”
Oppure sta indietro, aspetta sempre che qualcun altro paghi.
“Ti è piaciuto?” “Sì”, ma soltanto: “sì”.

Però glielo vorrei dire ad Albino.
Gli vorrei dire, non so…. Gli vorrei dire di cambiare un po’, di fare qualcosa; di non muoversi, di non guardare così… di non….
Albino chiudi quella bocca, non tormentarti le tasche con i pollici e poi fai zero!
E’ tanto tempo che non parlo con Albino- forse nessuno parla davvero con Albino, gli si fanno battuto pesanti… Chissà se le capisce…
Se le capisse tutte non verrebbe più, invece Albino c’è sempre.

Voce: Palinuro si sentì invadere dal sonno, un sonno irresistibile. Strinse a sé il timone con tutte le sue forze. Ma il dio con una forte spinta lo scaraventò in mare. Pur se addormentato Palinuro non lasciò il timone che si spezzò precipitando con lui. Con un rumore lieve Palinuro entrò nell’onde. Si destò subito solo nel mare: lontano la nera sagoma delle navi. Palinuro lentamente cominciò a nuotare, pensando alla flotta senza guida. Ad Enea disteso nell’ombra a riposare “Destati, Enea, destati! Lascia i tuoi sogni.
Il tuo amico Palinuro è perduto”.

Musica IV

Ragazzo: Albino non sa neanche guidare. Tutti dicono che è per questo che non vogliono andare in macchina con lui, chissà se è vero?
Questa è una bella notte, che cielo pulito E quante stelle… Un cumulo, alla rinfusa… La casa di Eleonora è una bella casa. Un bel giardino e tutta la campagna intorno. Poi sei in città in fretta…
Ho proprio un po’ di mal di fegato.
Nessuno, neanche stasera, è andato in macchina con Albino; lui era lì, fermo davanti al cancello; tutti partivano pigiati, lui era solo. Mi ha detto: “Buona notte”. Ed io sono salito con gli altri.Va beh che c’era Maria e io la volevo toccare…
Ma chi se ne frega di Maria! Non volevo andare con Albino; ma perché dovevo andarci proprio io?
Credo che sia partito per ultimo. Era là, con le chiavi in mano.
Albino, sotto le stelle, con le chiavi in mano; e la sua macchina vuota…
Albino non dovresti fare così… ci conosciamo da quando eravamo ragazzini…
Chissà se è arrivato a casa; lui non è abituato a bere il whisky…
Beh, per forza è già arrivato! Noi abbiamo fatto un giro così lungo per accompagnare tutti… e poi abbiamo chiacchierato. Lui con chi poteva chiacchierare? Perciò adesso è a casa.
Albino non devi fare così… Albino non fare più così se no, vedi? Sul foglio c’è scritto: Albino, zero!

Voce: Palinuro nuotò a lungo. Infine scorse una riva: era l’Italia. Con uno sforzo terribile, riuscì ad avvicinarsi tanto alla terra, finchè sentì qualcosa di solido sotto i piedi. Il cielo era splendente, tra le stelle c’era anche la luna. Palinuro si accasciò sulle rocce; le onde lo lambivano ancore questa volta con tenerezza. Ecco dall’alto precipitarsi sulla scogliera un gruppo di uomini e donne, urlanti e brutti, con gli occhi arcigni e le labbra gonfie. Si buttarono su Palinuro come su di una preda. Cattiva gente era quella. Palinuro fu trafitto, e trafitto, e trafitto. Il suo sangue bagnò le rocce; l’acqua del mare lo portò via. Il corpo rimase lì, inerte. Povero Palinuro sfortunato; Enea, sulla nave, ti piange. Gli chiederai sepoltura quando gli parlerai tra le ombre.

Musica V

Ragazzo: Non devi più fare così, siamo amici da sempre…
Albino, noi due siamo amici…
Albino, avrei voglia di dirtelo… te lo devo dire: non è vero che ti disprezzo…
non è vero che ti disprezziamo…
Adesso è certamente arrivato a casa.
Gli voglio parlare, subito! Sarà stupito, ma sarà contento.
Un po’ mi vergogno… Adesso è a casa.
(Prende dal tavolino l’agenda, la sfoglia) ecco…
(Alza il ricevitore, forma il primo numero, si ferma) Un po’ imbarazza, forse sta già dormendo…
Va beh, chi se ne frega! Domani è festa… poi se non lo faccio adesso che sono un po’ ubriaco…
Eppure bisogna farlo, devo farlo (Fa il secondo numero, si ferma). Quando, domenica, abbiamo riso tutti, non era contro di te soltanto…
Albino, ti devo spiegare e ti voglio insegnare… se no, continuerà sempre allo stesso modo, e io non voglio più, perché… (Forma, in fretta, gli altri numeri)… perché io ti voglio bene.
(Si sente lo squillo del telefono, dall’altra parte). Albino, per favore, rispondi.
Albino, devi essere a casa; non ti può essere capitato niente di male… Albino.
Ti prego… Albino, per favore, rispondi.
(Continua a sentirsi lo squillo dei telefono e nessuno risponde. Il ragazzo urlerà sempre più forte e aumenterà pure lo squillo). Rispondi, rispondi, rispondi.. per favore… ti prego.
Rispondi Albino. Ti voglio bene.. Albino, Albino…

(Il ragazzo tace, tre squilli nel silenzio; poi abbassandosi un po’ il suono, si inserirà nella musica dell’organo).

Voce: E, su quella terra, l’amico Enea ti seppellì… E quel luogo fu chiamato da allora con il tuo nome: o Palinuro!

Musica VI

F I N E