Psicanalisi contro n. 14 – Nuova psicoanalisi nuova sessualità (VII parte)

novembre , 1996

1. La nostra cultura dunque, come sappiamo svaluta molto la masturbazione. Il linguaggio comune ha espressioni volgari, ma efficaci, che la stigmatizzano e la relegano tra le attività improduttive, inutili ed anche sciocche: una masturbazione (una “pippa”) mentale è l’attività di chi elucubra sterilmente, fantasticando a vuoto; una “sega” è colui che non è capace a niente e fallisce. Sono termini legati per lo più alla fisiologia maschile, però, hanno applicazione universale, specialmente nel mondo dei giovani, che sono in questo atteggiamento svalutativo istigati dagli adulti i quali proprio non sembrano tollerare l’idea stessa della masturbazione. Non si può non rimanere stupiti di fronte ad un disprezzo così bizzarramente universale che ricade su di una pratica sessuale che almeno il novantanove per cento dei maschi ha fatto propria consapevolmente e che ha coinvolto, più o meno consapevolmente, la stessa percentuale di femmine. Padri e madri colpevolizzano i figli e le figlie sorpresi nell’atto di masturbarsi, senza riguardo per la loro sensibilità e senza considerare che reprimono una forma di sessualità che non è malsana in sé ed ha spesso risvolti teneramente poetici. Non è malsano infatti il tentativo dei giovanissimi di appropriarsi della sessualità e del proprio corpo anche attraverso l’autoerotismo, in una sorta di “prova” della relazione con l’altro; e spesso c’è dietro quel gesto un universo di sentimenti che non possono assolutamente essere calpestati senza causare disastri psichici, questi sì davvero gravi.

2. Un mio paziente, ormai padre di famiglia, in un colloquio, arrivò a parlarmi della intensa attività masturbatoria che aveva caratterizzato un periodo della sua vita trascorsa e che lo induceva “quindi” a reprimere la tendenza alla masturbazione che vedeva insorgere nel suo figlioletto quindicenne. Mi confessò che lo teneva sotto stretto controllo, arrivando fino a spiarlo nei momenti intimi, a controllare il suo letto e a minacciarlo di punizioni gravissime, oltre che a preannunciargli le più gravi sciagure. L’uomo è convinto che sia stata la sua attività masturbatoria giovanile a ridurlo nella condizione di nevrosi per cui ha dovuto ricorrere alla psicoterapia. Quando gli domandai quale atteggiamento avessero tenuto i suoi genitori nei confronti della sua abitudine masturbatoria giovanile, mi rispose che lo avevano represso energicamente anche con punizioni gravi.
Gli prospettai allora l’ipotesi che, in parte, causa dei suoi presenti disagi fossero dovuti proprio a quella feroce repressione, che aveva pregiudicato e caricato pesantemente in senso negativo lo sviluppo della sua personalità futura. Rimase esterrefatto, chiuse il colloquio con precipitosa rabbia e non si fece più vivo. Solo molto tempo dopo mi richiamò per riprendere il lavoro terapeutico.
Una paziente del nostro centro, madre di un maschio di sedici anni e di una ragazza tredicenne, mi parlò della furia che la prendeva e delle cui ragioni sembrava in parte essere consapevole, quando “beccava” i suoi figli in attività masturbatorie. Non riusciva a trattenersi dalle minacce, dalle punizioni e dalla immancabile profezia di futuri disastri psicofisici, nonostante a mente fredda avesse il dubbio di far male: “Ma – diceva – è più forte di me”.

3. Certo, si tratta di due “casi clinici”, ma so benissimo che nell’ambiente che mi circonda gli stessi atteggiamenti, di violenta e brutale inibizione, sono diffusi un po’ in tutti gli strati sociali e culturali, sia pur con le sfumature proprie di ciascun caso e nonostante tutti siano stati più o meno coinvolti nella stessa pratica masturbatoria. Indubbiamente ognuno ha le sue motivazioni e le sue spiegazioni: chi sente i figli immersi in un mondo da cui viene escluso, chi teme la perversione, chi è invidioso di una esuberanza sessuale a cui ha dovuto rinunciare e chi ha infinite altre ragioni. Sta di fatto che la nostra cultura è unanime nella perversa condanna della masturbazione. Dico perversa perché questa repressione sì che provoca disastri! Dal punto di vista umano si caricano bambini e adolescenti di eccessivi sentimenti di colpa, inoltre è un atteggiamento che si oppone ad una pratica che in linea di principio è sana, in quanto è spesso una “iniziazione” alla sessualità e alla sua fisiologia. Il piacere della masturbazione è sano quando è ricco di fantasia e di gioia e non va represso neppure ai fini dell’educazione e della morale.

4. Gli aspetti positivi della masturbazione sono molti: è un’attività che potenzia le capacità fantastiche del giovane e anche del meno giovane. Sono fantasie ed immagini che costruiscono nella mente storie vere e proprie a volte ricchissime di risvolti. La masturbazione non è solo un gesto di scarica materiale della pulsione sessuale, ma è spesso una ricerca di contatto col mondo dei sentimenti, specie nei più giovani. L’osservazione clinica ormai ha accertato che nelle fantasie giovanili l’attrazione fantastica è identica per l’uno o per l’altro sesso, tanto ricca e significativa si fa l’inter-azione tra l’Io e il Tu, tra il maschile e il femminile, superando tutte le barriere che la convenzione impone ai ruoli sessuali Artaud e Julian Beck sono dilettanti se paragonati all’audacia creativa e sensuale dei nostri adolescenti. E’ grave che la cultura degli adulti carichi questa creatività di inutili sensi di colpa demonizzandola.
L’educazione sessuale delle nostre scuole e delle nostre famiglie è oggi assolutamente inadeguata: si insegna solo la fisiologia della penetrazione, del coito e della riproduzione, magari allargando il discorso ai metodi della contraccezione, ma non si parla della ricchezza della pulsione che spinge il corpo a cercare se stesso e l’altro, insieme al proprio e altrui piacere. Sarebbe molto meglio se gli educatori, senza violare un’intimità gelosamente custodita, sapessero parlare coi giovani anche dei contenuti della masturbazione, magari cominciando con le confidenze della propria esperienza; ma so che questi sono discorsi che si possono fare solo “a capo coperto”, come insegna l’esempio di Socrate, perché soprattutto gli adulti non saprebbero capirli.
Oggi manca addrittura il linguaggio con cui trattare questi argomenti senza cadere nella volgarità, nella corruzione o nella violenza, a tal punto l’uomo ha degradato la sessualità!

5. Ci sono però anche i pericoli della masturbazione. Quando questa si riduce ad una forma surrogatoria di sessualità, rattrappita e stereotipata, una sessualità coatta e solipsistica, che taglia i ponti con la realtà e con la concretezza dell’altro: allora è un veicolo di patologia mentale prima e poi magari anche fisica. I nostri bambini e i nostri adolescenti guardano, per meglio dire fagocitano, migliaia di telegiornali, film, cartoni giapponesi, affollati di volgarità e di violenza, anche sessuale, in un miscuglio assurdo di fantasia e realtà. Una realtà peraltro virtuale, come è quella di un telegiornale. Con la conseguenza che aumenta la sensazione di un assurdo in cui i piani di realtà e di fantasia si mescolano. Se c’è allora un pericolo è quello che le fantasie della masturbazione si incanalino in senso perverso: verso l’irrealtà del rapporto. Perversione infatti non è una pratica sessuale piuttosto che un’altra, ma scegliere una forma di sessualità che non rispetti la dignità delle persone che vi sono coinvolte. La scelta morale e religiosa è poi un passo ancora ulteriore ed ha a che fare con la coscienza di ciascuno: cristiano, ebreo, buddista o musulmano… Nessuna morale e nessuna religione possono però rendere lecita un’espressione sessuale, e non solo, che non sia nel pieno rispetto della dignità della persona. Quando la fantasia masturbatoria adolescenziale si perde nella violenza sadomasochistica o nel solipsismo narcisistico che nega l’altro, ci sono due possibili reazioni da parte degli educatori: o lasciare che liberamente si esprimano, considerandole come ineluttabili e provvidenziali scariche di violenze che altrimenti si manifesterebbero prima o poi con più dirompenti conseguenze; oppure considerarle incentivazioni di possibili comportamenti futuri di stupro e di violenza e quindi cercare di intervenire. Resta da vedere se gli aspetti più negativi della masturbazione non siano in qualche modo legati ai messaggi distorti sulla sessualità che la nostra società invia ai giovani.

6. La vita è un’avventura rischiosa e lo è anche la sessualità. Non ci si può mai dichiarare soddisfatti delle conquiste e degli obbiettivi raggiunti. La masturbazione oggi ha un significato soprattutto positivo, di ricchezza interiore e poesia, anche se l’influenza di una cattiva educazione, di cui sono in gran parte responsabili le famiglie, può causare danni non irrilevanti. In ogni caso è un aspetto della sessualità che non si deve rifiutare. Bisogna partire per il viaggio della vita con coraggio ed allegria, pur sapendo quanto di precario ci sia nell’essenza stessa dell’esistenza umana.