45 – Luglio ‘88

luglio , 1988

Grazie al cielo!

«Molti nemici, molto onore» è l’orgogliosa e velleitaria affermazione con cui l’Italietta fascista cercò di dare un senso al proprio isolamento politico, economico e culturale dal resto del mondo civile, ma che non bastò a preservarla dal disastro. Non è quindi con soddisfazione che i Farfalloni, dopo cinque anni di costante presenza a Spoleto e al Festival dei Due Mondi, giungono a constatare di essersi fatti più nemici di quanti se ne augurassero; e decisamente troppi a fronte dei pochi, per quanto cari e sicuri, amici su cui possono dire di contare. Nonostante il suono bellicoso della testata: PSICOANALISI CONTRO, non siamo giunti fin qui, cinque anni fa, con l’intenzione di fare il facile gioco della contestazione a tutti i costi, ma abbiamo voluto sforzarci di proporre un modo un po’ inusuale di leggere una realtà complessa come quella del Festival e del territorio in cui si svolge; una lettura che non fosse meramente promozionale o superficialmente mondana. Volevamo e vogliamo tuttora renderci conto, dall’interno, dei contenuti artistici e sociali di una manifestazione quasi unica al mondo e che è divenuta un modello cui si guarda da ogni parte con ammirazione ed invidia. La singolarità del nostro approccio è anche costituita dalla funzione di «volàno» che ci siamo proposti di esercitare tra chi il Festival lo fa, chi ne fruisce e il territorio che ad entrambe le categorie offre ospitalità. Con grande determinazione, abbiamo però rifiutato di uniformare il nostro intervento a qualunque tipo di «convenzionalità», non solo mondana ma neppure culturale o politica. Con tali premesse, non speravamo, ovviamente, di divenire «popolari», ci ha però stupito una certa rigidità delle strutture e delle persone, troppo preoccupate di «arroccarsi» in gruppi chiusi omogenei, anche quando un atteggiamento di apertura sarebbe nel reciproco interesse. Si accusa, spesso a sproposito, di narcisismo il mondo dell’arte, ma noi sappiamo che non c’è arte senza scambio con l’altro; purtroppo, accade talora che la comunicazione artistica debba prescidere dalle persone degli artisti, oppure che cada nel vuoto di fruitori vanesi; ma ciò può nuocere solo a quelle persone e non all’arte: grazie al cielo! Noi abbiamo pochi amici e questo ci fa molto onore, poiché sono gli amici dell’arte e della cultura, e i nemici dell’adulazione sciocca e servile.