4 – Giugno ‘84

giugno , 1984

Questa nuova GUIDA DI ROMA di Paola Brengola (ed. Laterza, pagg. 360, lit. 15.000) che sta appena giungendo in libreria, non è entusiasmante, ma è utile. Non è entusiasmante perché è un po’ piatta, ha infatti il linguaggio delle ricerche scolastiche sulla storia dell’arte; però può essere molto utile alle tantissime persone, non certo di grandi pretese, che non conoscendo Roma, vogliano orientarsi. Il libro fornisce notizie sufficientemente precise su tutto, monumenti e avvenimenti, fatti estemporanei e tradizioni, sa dare indicazioni anche sulla fisionomia dei quartieri ed è ricco di illustrazioni, che non sono purtroppo né fotografie né quadri, ma sono schemi grafici non troppo precisi e poco accattivanti.

Ecco un saggio del linguaggio e dell’atmosfera dominanti:

«Nella seconda metà del Cinquecento Roma divenne la capitale della grande Chiesa anticonformista, la roccaforte del potere papale a cui ormai facevano capo tutti i paesi cattolici europei, il centro per eccellenza della Fede trionfante. Del nuovo ruolo della città si fece interprete Sisto V, papa fra il 1585 e il 1590, che promosse una riforma urbanistica di natura essenzialmente religiosa e celebrativa. Insieme al suo architetto di fiducia, Domenico Fontana, Sisto V elaborò un piano di collegamento viario delle sette basiliche principali che i pellegrini dovevano visitare per l’indulgenza plenaria: S. Giovanni in Laterano, S. Pietro, S. Paolo fuori le Mura, S. Maria Maggiore, S. Croce n Gerusalemme, S. Sebastiano, S. Lorenzo fuori le Mura. I1 collegamento era attuato mediante dei rettifili che, anche sul piano visivo, avrebbero accorciato la distanza fra i gloriosi edifici e attenuato la fatica dei lunghi percorsi».

Roma è sconosciuta soprattutto ai romani, questa guida, che sembrerebbe dedicata ai turisti, in realtà è quanto mai utile agli abitanti dell’Urbe che, in genere, pur rivendo tra bellezze ineffabili, troppo spesso preferiscono rimbecillirsi sul percorso casa-stadio, piuttosto che entrare in chiese, palazzi e musei, avere occhi per scorci da paradiso, bagnarsi le mani nelle fontane e annusare l’odore antico degli androni. Roma è bella anche fuori delle canzonette e i romani dovrebbero rendersene conto.