0 – Febbraio ‘84

febbraio , 1984

Non solo a Roma, troppi dipingono. I commercianti d’arte fomentano un mercato nel quale la qualità artistica del prodotto non è più importante di quanto lo sia il valore artistico per una collezione di francobolli. L’arte contemporanea non è brutta: è stupida. Questa stupidità è colpa dei mercanti o è dovuta al venire meno del Principe? È da escludere però che sia colpa degli artisti. Tra il dicembre 1983 e il gennaio ‘84 Renzo Vespignani ha esposto allo Studio S/Arte Contemporanea, in Via della Penna 59, le sue incisioni dedicate a Giacomo Leopardi. Non vorremmo entrare nel merito della fondatezza del collegamento tra l’Incisore e il Poeta o della liceità di equivalenza tra linguaggi diversi ed eventuali corrispondenze. Ci interessa parlarvi di Renzo Vespignani, un tale che, seppur contemporaneo, sa ben dipingere e ben disegnare. La sua opera è quella di un ragazzo che non vuole invecchiare e di un artista vero perché carico di erotismo e di ingenuità. Il suo segno è preciso, magistrale e perfetto. Un incontro con la sua arte è un’esperienza preziosa.